Partendo dalla lettura del libro dell’UNICEF “Pinocchio nel paese dei diritti”, in occasione della Giornata dei Diritti dei bambini del 20 novembre, le insegnanti hanno proposto un progetto di solidarietà ed inclusione che prevede di conoscere i bambini meno fortunati e di compiere un gesto di generosità.
Gli alunni delle classi della Scuola Primaria di Mosciano Stazione, guidati dalle loro docenti, hanno progettato la propria bambola e hanno reperito del materiale di riciclo, quali stoffe e filati non utilizzati; successivamente si sono cimentati nelle fasi di costruzione della bambola, dal riempimento della sagoma di pezza all’annodatura dei capelli, come esercizio di manualità. E’ stato così garantito un apprendimento significativo attraverso processi di coordinazione oculo-manuale, lateralizzazione e abilità relative al “sapere e al saper fare” quali la trasformazione dei materiali e le loro specifiche proprietà.
Finalità principale del progetto è stata la valorizzazione delle diversità; ogni bambino è unico ed irripetibile come lo sono le bambole dell’UNICEF realizzate a mano con fantasia e creatività. Nel laboratorio di manualità sono emersi i punti di forza di ciascuno, sono state garantite differenti possibilità di espressione, offrendo la motivazione ad apprendere nel gruppo dei pari attraverso il collegamento tra le nuove informazioni, le conoscenze pregresse e l’aiuto cooperativo.
Il Dirigente scolastico, Roberto Puliti e il I collaboratore del D.S., Maria Di Cesare, hanno apprezzato l’iniziativa per le valenze didattiche, ma soprattutto per quelle sociali, solidali e di significati impliciti.
“L’emergenza sanitaria non ha permesso per troppo tempo ai nostri alunni di poter sviluppare quella parte di senso creativo e sociale associato alle attività in presenza. Il ritorno alla didattica in presenza, pur nelle difficoltà quotidiane della gestione dei casi Covid-19, ha consentito ai nostri bambini di tornare a svolgere attività che sviluppano le competenze del “saper fare” e del “saper essere” “.
Preziosa è stata la collaborazione delle famiglie che si sono prodigate a confezionare il vestitino per la Pigotta. Scuola e famiglia hanno rafforzato così il “patto educativo” legate dal comune intento di collaborare per consolidare le competenze scolastiche e per compiere un gesto solidale e altruista nei confronti dei bambini meno fortunati.
Ciascuna Pigotta, con una propria carta d’identità, potrà essere “adottata” dal bambino che l’ha realizzata oppure consegnata in un punto UNICEF e messa a disposizione per un’eventuale “adozione”. La bambola testimonierà il gesto solidale compiuto e ognuno si impegnerà a prendersene cura. In tal modo la scuola contribuirà alla formazione di futuri cittadini del mondo responsabili e sensibili alle tematiche dei diritti umani, della pace e della convivenza civile.
La Pigotta apre un “cerchio di solidarietà” dove si incontrano bambini diversi e lontani legati dal filo invisibile dell’amicizia e della fratellanza che unisce chi ha realizzato la bambola, chi l’ha adottata e il bambino che grazie all’UNICEF, rappresentata sul nostro territorio da Giammaria De Paulis (Presidente) e da Ameria Rubicini (Past Presidente), potrà ricevere un’adeguata nutrizione, giocare, studiare e avere le giuste opportunità per il futuro.
“Ogni Pigotta adottata è un bambino al quale si regala la vita”.