Il giudice di Amici si lascia sfuggire una dolorosa confessione che lascia tutti senza parole, cosa ha rivelato Michele Bravi in tv.
Per il secondo anno consecutivo Michele Bravi ricopre il ruolo di giudice ad Amici di Maria De Filippi ed è davvero felice perché reputa il programma una seconda casa. E’ tanto sensibile nel suo ruolo e crede che questo dipenda dal fatto di aver vissuto anche la controparte, a detta sua prova a rispettare quella sensazione che ricorda.
Nelle scorse settimane il cantante è stato ospite di Silvia Toffanin a Verissimo, dove ha parlato anche del suo nuovo album intitolato ‘Tu cosa vedi quando chiudi gli occhi’. Riferendosi al titolo del disco ha fatto sapere che è una frase scritta a caso, scritta non sa quando e nemmeno perché. Alla conduttrice ha detto che sembra triste quanto canta, in realtà per la vita ha un amore smisurato, specie nel suo privato.
Michele Bravi ha fatto sapere di essere nato in un umile contesto, i suoi nonni erano persone della terra e questo pensa che sia stato il suo insegnamento più grande. Il sogno di diventare un cantante gli è sempre sembrato troppo grande, provarci però era inevitabile.
Il rapporto con la famiglia e l’accettazione del dolore, cosa ha detto Michele Bravi
Il giudice di Amici ha parlato anche del rapporto con la sua famiglia svelando che è stato un po’ turbolento in passato. Non ha nascosto il fatto di aver vissuto anche momenti molto delicati e difficili, ma è riuscito ad affrontarli.
Il fatto che i suoi genitori lo abbiano lasciato libero è un gesto che ora il giudice di Amici apprezza molto, ancora oggi però oltre a digli che è bravo lo bacchettano, a parer suo serve a restare con i piedi per terra.
In passato Michele Bravi ha vissuto un momento molto doloroso, col tempo però è riuscito a dare uno spazio al dolore e riesce a parlarne con più libertà. Lui pensa che bisogna essere pronti al dolore, non perché bisogna vivere male ma perché fa parte della vita ed è pericoloso pensare che le tragedie non ci appartengano.
A detta sua come si è pronti ad accogliere la felicità bisogna saper trattare con dignità anche il dolore e ha concluso dicendo: “Anche a me piace ridere, ma bisogna insegnare ai ragazzi come e perché si piange”.