“L’ipnotista” di Lars Kepler

kepler_ipnotistaSiamo in Svezia, è l’8 dicembre, Erik Maria Bark viene svegliato nel cuore della notte da un’inaspettata telefonata. Il detective Joona Linna ha urgentemente bisogno di lui: è stata sterminata una famiglia. Gli unici superstiti sono la giovane Evelyn e suo fratello di quindici anni, Josef, ridotto in coma e in pericolo di vita.

 

Erik è un medico che in passato ha utilizzato l’ipnosi per curare i disturbi psichici dei suoi pazienti. Sono trascorsi dieci anni da quando ha promesso a se stesso e al mondo intero di non praticare mai più questa oscura arte. Ora Joona Linna vuole che infranga la promessa, vuole che ipnotizzi Josef Ek, l’unico che abbia visto in faccia l’assassino, con la speranza di poter salvare, così facendo, la vita di sua sorella Evelyn, l’unica che non si trovava in casa nel momento della strage.

E così Erik ritorna a fare l’ipnotista. Motivato dal nobile scopo rompe la promessa, senza nemmeno lontanamente immaginare quali terribili conseguenze ciò possa avere per sé e per la sua famiglia, in particolare per suo figlio Benjamin. Quest’ultimo, infatti, verrà strappato dal suo caldo letto e dai suoi genitori in una fredda notte di dicembre, da una persona incappucciata, la cui identità si scoprirà, con molta fatica, solo alla fine.

Tanti sono i misteri che rendono estremamente avvincente la lettura, creano suspense e quel brivido che va a toccare le nostre paure più inconsce. Complesse sono anche le dinamiche psicologiche sottese, legate per lo più alle vicende dei personaggi, sia quelli della clinica psichiatrica, sia quelli più “normali” quali la bella tirocinante che tanto elogia Erik nel suo lavoro ma che poi gli giocherà un brutto tiro colpendolo alle spalle a tradimento. Alla già intricata vicenda si sovrappone anche la questione sentimentale, ossia il difficile e tormentato rapporto tra Erik e sua moglie.

Ma, verrà spontaneo chiedersi,  come mai l’ipnotista ha smesso di essere tale con una promessa ufficiale? Cosa lo ha spinto ad una scelta tanto drastica? La faccenda è ovviamente collegata al rapimento del figlio Benjamin e diventa uno dei punti principali dell’intreccio. Si ripercorre dunque la vita di Erik, attraverso i suoi stessi ricordi, per capire chi e perché lo odi così tanto al punto di volerlo annientare togliendogli il suo unico figlio. E poi, chi ha sterminato la famiglia Ek? Quale terribile segreto ha rivelato Josef Ek sotto ipnosi? Si salverà la sorella Evelyn? E perché, al momento del massacro della sua famiglia, lei si trovava in un cottage dove viveva da sola, con la costante sensazione che la sua vita fosse in pericolo? Cosa si nasconde dietro la paura di Evelyn? Chi è il carnefice che l’ha terrorizzata per tanti anni e che continua ancora a terrorizzarla?
E se la prima parte è caratterizzata dalla paura dei personaggi e da quella riflessa del lettore, la seconda è più indagatoria, il mistero si infittisce svelandosi. La risposta a tutti i quesiti si trova nel passato dell’ipnotista e nelle menti labili e malate dei suoi ex pazienti.

“L’ipnotista”, più volte paragonato dalla critica ai thriller dello svedese Larsson, è stato ritenuto non all’altezza delle aspettative e incapace di reggere il confronto con il conterraneo.

In realtà si tratta di un thriller ad hoc, di quelli che lasciano col fiato sospeso, che non si vorrebbero mai smettere di leggere e che fanno riflettere  sulla complessità della mente umana e dei suoi meccanismi, sull’importanza del nostro vissuto personale, sul fatto che è proprio l’ infanzia, e il modo in cui la viviamo, che determina maggiormente ciò che siamo e che saremo.

Interessante ed avvincente, sicuramente consigliato!

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