Tante sono state le iniziative messe in campo da docenti e allievi della scuola italiana per far fronte ad un’emergenza sociale oltre che sanitaria, come il laboratorio di arteterapia promosso dall’I.C. Corropoli-Colonnella-Controguerra diretto da Manuela Divisi. Durante il lungo periodo di lockdown dovuto al Covid-19, gli alunni delle classi prime della Scuola secondaria di I grado di Colonnella e di Controguerra hanno realizzato un interessante laboratorio artistico “a distanza” sotto la guida della docente Sara Staffilano.
Il lavoro didattico, dal titolo “Finestre artistiche”, è nato in risposta alla condizione di isolamento che tutti abbiamo vissuto, in cui la quotidianità dei ragazzi si è come ‘cristallizzata’, allontanando gli studenti dalla scuola e dal mondo reale. Il laboratorio prodotto ha preso spunto dall’opera di un artista spagnolo, Silvestre Santiago, conosciuto come Pejac, autore per lo più di murales e sperimentatore di varie tecniche artistiche, protagonista nei mesi scorsi di una divertente campagna che è diventata subito virale. Attraverso i suoi canali social, l’artista ha diffuso immagini di opere d’arte create sui vetri delle finestre della propria abitazione. Si tratta di ambientazioni surrealiste e visionarie, nelle quali personaggi stilizzati dipinti a pennarello nero interagiscono con lo sfondo esterno, rielaborando il paesaggio urbano circostante e dando così nuova vita allo skyline della città con la creazione di scenografie dinamiche e divertenti.
Ecco allora una recinzione, un tetto o le nuvole del cielo trasformarsi nell’evocazione di un magico scenario all’interno del quale far convivere figure liriche e dal linguaggio minimalista, da fotografare e condividere poi sui social attraverso l’hashtag #stayarthomepejac. “Questo laboratorio”, ha spiegato la prof. ssa Staffilano, “ha permesso ai ragazzi di pensare creativamente, dando loro la possibilità di gridare attraverso l’arte la speranza e la voglia di continuare a vivere e a sognare con la fantasia. Dalle finestre delle loro abitazioni gli alunni hanno reinventato lo spazio urbano e interagito con il paesaggio che vedevano all’esterno”.
Invece di dipingere direttamente sulla finestra (come ha fatto Pejac nella sua opera), gli alunni hanno incollato alla finestra con del nastro adesivo parti di disegno del paesaggio che avevano davanti, frammenti di giornale, applicazione di silhouettes stampate e ritagliate oppure ideate e realizzate direttamente da loro. In questo modo gli studenti hanno consentito a compagni e docenti di entrare ‘in punta di piedi’ nelle loro case e di condividere attraverso il potere della fantasia il paesaggio circostante, a loro conosciuto e perciò rassicurante, in un momento di forte paura e difficoltà emotiva.
“Anche se distanti fisicamente, abbiamo vissuto insieme un momento di creativa e surreale realtà”, ha concluso la docente: una testimonianza attiva di come l’arte possa far bene all’anima, generando nuovi mondi possibili di speranza e fiducia nel futuro. I lavori realizzati dai ragazzi sono stati raccolti in un video consultabile sul sito dell’Istituto.