Chieti. Il Museo universitario di Chieti partecipa alla nona edizione della “Settimana del Pianeta Terra” con la mostra “La montagna della Maiella 16 milioni di anni fa: delfini, foche, squali e coccodrilli”, organizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara e con il Parco Nazionale della Maiella.
La mostra sarà inaugurata presso il Museo Universitario di Chieti il 2 ottobre 2021, alle ore 17:00. Resterà visitabile fino a gennaio 2022 per essere trasferita poi presso la sede di Sulmona dell’Ente Parco della Maiella. Lo spunto per l’allestimento della mostra è stato lo studio condotto recentemente su un frammento di cranio di Squalodon, un delfino con i denti da squalo, estintosi all’inizio del Miocene medio. L’obiettivo è quello di far conoscere a un ampio pubblico un particolare capitolo della storia geologica della Maiella e i suoi affascinanti protagonisti. I calcari del Miocene inferiore della Formazione di Bolognano testimoniano, infatti, un antico fondale marino, posto a una latitudine subtropicale, che era densamente popolato da pesci, e dunque anche dai loro predatori. Con lo Squalodon saranno esposti anche resti di Tomistoma, un coccodrillo del Miocene dal tipico muso stretto e allungato; denti di squalo di diverse specie, tra cui il grande “Megalodon”, oggi rappresentato dallo squalo bianco e uno squalo filtratore, un cetorino, noto come squalo elefante; un cranio di foca, Noriphoca gaudinii, rinvenuto a Roccamorice nel 1870 e conservato presso il Museo di Paleontologia dell’Università “Federico II” di Napoli.
<I fossili – spiega il professor Luigi Capasso, Direttore del Museo universitario di Chieti – saranno esposti e raccontati. Il loro aspetto sarà ricostruito secondo le tecniche scientifiche della paleoarte che consente di aver una idea molto più viva di quelli che erano gli esseri viventi della preistoria. Il contesto geologico e quello paleoclimatico, letti insieme grazie alla proposta di questa mostra, – conclude il professor Capasso – permetteranno così ai suoi visitatori di conoscere la pagina straordinaria di un atlante geografico di sedici milioni di anni fa, quella che oggi conosciamo come Maiella>.