Tagliacozzo. Al via da venerdì 24 luglio a domenica 23 agosto 2015 la quarta edizione di TAGLIACOZZOINFILM, la rassegna cinematografica promossa dal Comune di Tagliacozzo, in Provincia dell’Aquila, tesa a ricostruire un dialogo tra il cinema, i cittadini e gli amanti di uno dei borghi più belli d’Italia.
“Non si insegna quello che si vuole; dirò addirittura che non s’insegna quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è”
(Jean Jaurès, Per la scuola laica, 1910)
“Che farete dei vostri vent’anni?
Che farete dei vostri cuori?
Che farete dei vostri cervelli?”
(Jean Jaurès, Alla gioventù spinta verso la guerra, 1914)
Sono solo alcune delle frasi storiche pronunciate dal filosofo, giornalista, politico socialista francese Jean Jaurès, di cui l’anno scorso ricorreva il centenario della morte. All’alba della prima guerra mondiale, nel luglio del 1914, lo statista fu assassinato da un fanatico nazionalista mentre era impegnato nella sua battaglia pacifista per il disarmo e il dialogo fra le potenze che si avviavano alla catastrofe del conflitto bellico.
“Che farete dei vostri cuori, che farete delle vostre menti, che farete dei vostri sogni?”. Così si rivolgeva ai giovani che a migliaia sarebbero partiti per la guerra e mai più sarebbero tornati, cercando di convincerli che poteva esserci un’altra strada.
Possiamo quasi sentirlo, questo difensore dei minatori e dei diritti degli esclusi, interrogarsi nei suoi discorsi pubblici su temi universali e questioni ancora oggi di stringente attualità come il coraggio di cercare di comprendere fino in fondo la propria vita e metterla in relazione con quella degli altri (come ci ricorda Robert Guédiguian nel suo toccante LE NEVI DEL KILIMANGIARO, giovedì 6 agosto alle 18 nel nostro “Cineclub” nelle Ex carceri del Palazzo Ducale), e l’impegno per una scuola pubblica, cuore fondante di un progetto di civilizzazione e democrazia, in cui laicità e autonomia dell’insegnamento da un lato e progresso sociale dall’altro sono formule indivisibili.
Cosa significa insegnare? Perché questo tipo di relazione umana è così importante, soprattutto nel momento di passaggio rappresentato dall’adolescenza, dalla giovinezza, tanto da essere stata organizzata sin dall’antichità in istituzioni come scuola e università?
La parola insegnamento viene dal latino, da in-segnare, lasciare un segno, dentro. Un seme destinato a crescere, frutto di una relazione reciproca tra insegnante e allievo. Fenomeno trasversale che investe rapporti di natura diversa seguendo traiettorie imprevedibili.
Insegnare (e apprendere) è un po’ innamorarsi. Impariamo dai gesti dei nostri figli o da un canto straniero, da una lezione accademica o da una storia finita, dall’inquadratura di un film muto o dalla lettera di un insegnante, dalle parole del padre o dal silenzio di una madre.
Tra le forme di comunicazione più antiche e resistenti, grazie ad esso, nei secoli, si sono tramandate, nel bene e nel male, storie e tecnica, cultura e sopraffazione, passioni e bellezza, violenza e fratellanza, parola e utopia.
Le parole di Jaurès risuonano oggi ancora più vive quando non è solo la guerra, che dilaga in forme diverse e devastanti su questo pianeta, a essere superba maestra di odio. Sono la rassegnazione, l’apatia, l’omologazione, il razzismo, il servilismo, l’egoismo, l’ignoranza, la paura, la chiusura, a mettere a rischio la sopravvivenza dei cuori, delle menti, dei sogni, nostri e dei nostri giovani.
SI INSEGNA SOLO CIO’ CHE SI E’
L’insegnamento alla libertà di riflessione non può che arrivare da individui liberi e consapevoli della propria dignità umana e autonomia di pensiero. Questo pensiero semplice – così lontano, così vicino – ci introduce direttamente al percorso filmico di quest’anno.
Nei film presentati nella sezione serale nella Piazzetta Tre Molini, in quella pomeridiana nel nostro CineClub nello spazio ritrovato delle Ex carceri del Palazzo Ducale, così come nel percorso delle due mostre fotografiche che ci accompagneranno durante questa edizione – “MADRI, PADRI, FIGLI E GLI ALTRI Parenti e amici nel cinema italiano”, realizzata in collaborazione con Antonio Maraldi, Direttore del Centro Cinema Città di Cesena, e “LE VISIONI DI PIP Memorie di un aiuto operatore 1987-1997”, affascinante e divertente intreccio di foto e racconti “rubati” nel back stage dei film ai quali ha partecipato nella sua lunga carriera il regista Giovanni Piperno – numerosi sono i raccordi con la questione cruciale di ciò che si tramanda all’altro come testimonianza, lascito morale, programmato e meditato, disorganizzato o implicito che sia, ai figli, giovani, generazioni sconosciute, vita futura su questo pianeta.
TUTTO CIO’ CHE CONTA NEL CINEMA E’ INSPIEGABILE (WIM WENDERS)
Ecco allora una madre che prova ad essere madre nonostante se stessa. Un’altra donna, un’amica, un’“insegnante dentro”. Un ragazzo senza pelle, in balia di se stesso e del mondo in cui è nato. Da questo triangolo anomalo e imprevedibile nasce l’ultima folgorante esperienza cinematografica del giovanissimo regista canadese Xavier Dolan MOMMY, (venerdì 31 luglio, ore 21, Piazzetta Tre Molini).
Edgar Reitz, uno degli esponenti di punta del Nuovo Cinema Tedesco, ci regala un ulteriore capitolo dell’opera di una vita con L’ALTRA HEIMAT – CRONACA DI UN SOGNO (martedì 11 agosto, ore 20:30, Piazzetta Tre Molini). La famiglia, tra eredità e rivoluzione, Storia e quotidianità, è ancora protagonista della monumentale saga della famiglia Simon, attraverso cui il regista tedesco ha raccontato la storia del suo Paese, dalle macerie della prima guerra mondiale agli anni 2000. È la storia del sogno di emigrazione di Jacob, giovane ragazzo tedesco che nel 1840 si muove immerso e allo stesso tempo avulso dal contesto delle dinamiche familiari e sociali nella Germania rurale post napoleonica. È una storia sul passaggio all’età adulta, sui conflitti generazionali, sul potere dell’immaginazione e sulla forza della realtà.
Il film italiano dell’anno si chiama ANIME NERE (venerdì 14 agosto, ore 21:00, Piazzetta Tre Molini). Dalla profonda Locride s’irradiano e ritornano forze distruttive ancestrali, legate alla terra e alla famiglia. Francesco Munzi racconta una storia di malavita organizzata, ma prima ancora una storia di uomini intrisa di tragedia greca.
Uno dei più importanti esperimenti cinematografici del nuovo millennio: così è stato definito BOYHOOD (domenica 16 agosto, ore 20:30, Piazzetta Tre Molini), il film del regista americano Richard Linklater unisce materiale da cinema documentario e invenzione narrativa, raccontando la storia di un giovane uomo, dall’infanzia all’età adulta, filmata seguendo la reale crescita del protagonista durante i dodici anni di riprese, offrendo una spaccato di american way of life dell’ultimo decennio, ma soprattutto un indimenticabile ritratto di ragazzo.
Esseri umani. Giovani. Sordomuti. Sono i protagonisti di THE TRIBE (lunedì 27 luglio, ore 21, Teatro Talia), film che varca con strumenti tradizionali nuovi confini dell’indagine cinematografica. Pedinamento, piani sequenza per un ritorno a suo modo al cinema muto dove nella messa in scena a farla da padrone sono i rumori di fondo e la libertà estrema, stimolante e pericolosa, che il regista, l’ucraino Myroslav Slaboshpytskkiy lascia (o sembra lasciare) allo spettatore di seguire Sergey, giovane studente appena arrivato nel microcosmo di un istituto scolastico e la sua discesa agli inferi in un non luogo che si fa riflesso della più cupa condizione di alienazione umana e sociale e metafora.
TIMBUKTU (venerdì 24 luglio, ore 21, Piazzetta Tre Molini) del regista mauritano Abderrahmane Sissako è poesia che si fa cinema nel raccontare con la semplicità di una favola la caduta libera dell’umanità soggiogata da estremismi religiosi che sottendono volontà di sopraffazione psicologica, sociale, economica. E dove, nonostante tutto, l’amore, la musica, la poesia continuano a sopravvivere e a correre.
Infine, la magnifica, potente opera di Wim Wenders su Sebastião Salgado (e con Salgado), IL SALE DELLA TERRA (venerdì 21 agosto, ore 21, Piazzetta Tre Molini): non solo un film su uno dei più grandi maestri della fotografia, soprattutto una necessaria riflessione sul futuro: su quali esperienze, quali testimonianze di vita, quali semi è possibile piantare su questa terra per le future generazioni.
IO STO CON IL REALE
Nel suggestivo scenario delle Ex carceri del Palazzo Ducale, la sezione TAGLIACOZZOINFILMCOLLATERAL conferma la sua attenzione per la ricerca, non facile eppure crescente e sempre più sorprendente nel nostro Paese, del cinema del reale. Continuiamo a interrogarci su cosa siamo e su quali confini possiamo e vogliamo varcare con N-CAPACE di Eleonora Danco (lunedì 10 agosto, ore 18), straniante esordio cinematografico della regista teatrale che grazie a un scrittura dagli echi pasoliniani trasferisce sullo schermo l’energia eversiva che sprigiona nelle performance dal vivo, dando vita a un’indagine onirica e tragicomica nello spazio zero tra giovinezza e vecchiaia che chiamiamo vita.
Non possiamo mancare un altro viaggio, specchio del nostro presente e del nostro futuro: quello del film IO STO CON LA SPOSA (giovedì 13 agosto, ore 18). Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano aiutano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia, mettendo in scena un finto matrimonio. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, alla ricerca di una nuova vita.
Cambiare pelle, affacciarsi sul limite che da le vertigini, così vicino, così lontano rispetto a dove siamo. È quello che ci invita a fare Antonietta De Lillo con il suo LET’S GO (sabato 8 agosto, alle 18), ritratto di un uomo, Luca Musella, e del suo scivolare in qualche modo dolce, consapevole sebbene ineluttabile e velocissimo, da una condizione sociale che lui stesso definisce “da uomo del Mulino Bianco” a una nuova condizione diversa, sconosciuta, oltre quella che distaccatamente definiamo “soglia della povertà”.
Non poteva mancare l’opera cinematografica di uno dei più geniali autori del cinema italiano. “Un film che è già culto” hanno scritto: BELLUSCONE(domenica 9 agosto, ore 18) di Franco Maresco racconta, in un intreccio di stili e generi, sempre giocando sul filo della sovrapposizione tra realtà e immaginazione, la storia delle ricerche del regista, poi abbandonate, sui legami, le amicizie, la penetrazione di Silvio Berlusconi e del suo partito in Sicilia. Attingendo al patrimonio visivo dell’esperienza di CinicoTV, delle straordinarie incursioni cinematografiche, da LO ZIO DI BROOKLYN aTOTO’ CHE VISSE DUE VOLTE, e della lunga esperienza nel documentario in coppia con Daniele Ciprì, Maresco ci porta alla scoperta di una Sicilia in cui paurosi, ridicoli, mitologici personaggi, noti e meno noti, si muovono sulle ormai celebri note del grottesco in un viaggio che intreccia costume e politica, cantanti neomelodici e cultura mafiosa, interessi economici e televisioni private.
PERFIDIA (domenica 2 agosto, alle 18) è l’ottimo esordio del sardo Bonifacio Angius che riesce a raccontare la condizione esistenziale di apatia di un 35enne che si muove come un insetto in una realtà respingente di relazioni incancrenite e eredità che rifiuta. Un ritratto complesso drammatico e al tempo stesso attraversato da un’amarissima ironia che non riduce a una definizione o a un’etichettatura una condizione di estraniamento dalla realtà e di disaffezione dalla condizione umana, a livelli differenti dilagante nella nostra società.
Perché oggi attuale più che mai, perché ci sembra un piccolo omaggio a un regista che sta crescendo, proponiamo nella nostra sessione pomeridiana il folgorante esordio cinematografico, era il 2005, di Francesco Munzi (autore di ANIME NERE): SAIMIR (martedì 18 agosto, ore 18:00) ha sedici anni, è albanese e vive a Ostia. “Le sue notti sono lunghe, infinite come il numero di immigrati clandestini che raccoglie sul litorale laziale e che poi suo padre traffica coi piccoli imprenditori agricoli della zona”. Una toccante storia di formazione, di passaggio all’età adulta nella dimensione speciale di essere un immigrato in Italia. Ma soprattutto un lavoro che mette insieme suggestioni che provengono dal Truffaut cantore per eccellenza dell’adolescenza, e il dilemma morale che si pone nel conflitto con il padre, assimilato dalla insuperata lezione dei classici greci.
Presente all’appello anche l’immancabile sezione Cinema Ragazzi, Ex carceri del Palazzo Ducale, ore 18 che quest’anno vedrà sgranare gli occhi dei bambini di fronte al divertimento di UN GATTO A PARIGI di Jean-Loup Felicioli e Alain Gagnol (sabato 1 agosto) e all’incanto di AZUR E ASMAR di Michel Ocelot (lunedì 17 agosto), sempre alle 18.
LE PAROLE DEL CINEMA
Due momenti tra cinema e scrittura da non perdere: sabato 25 luglio Roberto Silvestri e Claudio De Pasqualis, tra i protagonisti della trasmissione cult di RaiRadio3 Hollywood party, presenteranno il libro “I CENTO COLPI DI HOLLYWOOD PARTY” Rai Eri (Ex carceri del Palazzo Ducale, ore 18). Il libro raccoglie i 100 film che hanno ottenuto più voti nel concorso on line indetto dalla storica trasmissione per festeggiare i vent’anni dalla prima puntata, tutti commentati in modo molto personale dai conduttori di Hollywood party.
Venerdì 7 agosto alle 17:30, sempre al Palazzo Ducale, Paolo Pietrangeli, che ci ha accompagnato durante l’edizione 2014 nel viaggio alla scoperta dell’universo cinematografico del padre (il grande regista Antonio Pietrangeli, autore di capolavori come “Io la conoscevo bene” e “Adua e le compagne”), presenterà il suo libro “UNA SPREMUTA DI VITE”, Navarra edizioni, un’opera biografica tra musica e politica, cinema e legami familiari…e persino un pensiero a Tagliacozzo! A seguire, il suo film IGNAZIO, un emozionante film-lettera nel quale l’autore di Contessa racconta storie, esperienze, incontri e sogni. E lo fa a modo suo, con l’ironia che da sempre caratterizza il suo lavoro, in un coinvolgente viaggio nella memoria personale che, senza soluzione di continuità, diventa memoria collettiva.
Dopo il successo della scorsa edizione, sabato 22 e domenica 23 agosto torna, nel nostro spazio allestito nelle Ex carceri del Palazzo Ducale, il Workshop “BELLA LA FOTOGRAFIA, BRAVI GLI INTERPRETI. MINI CORSO DI CINEMATOGRAFIA: COME DIVENTARE CRITICI CINEMATOGRAFICI IN POCHE ORE” a cura di Mario Sesti. Ogni film che si rispetti scrive se stesso su di noi rendendoci un po’ diversi da quello che eravamo prima di entrare in una sala: il critico è colui che trascrive questa traccia residua del film per condividerla con gli altri.
CON OCCHI CHE GUARDANO AL FUTURO. OMAGGIO A FRANCESCO ROSI
Non poteva mancare, in uno spazio dedicato al cinema che s’interroga sull’eredità morale e materiale che lasciamo alle generazioni che verranno, un omaggio all’opera straordinaria del Maestro Francesco Rosi. Perché le sue scelte cinematografiche hanno sempre avuto come propulsore un impegno più grande, una tensione a onorare la dignità umana con occhi che guardano al futuro preservandone la purezza anche nella rappresentazione più vera della sua fragilità, raccontando e denunciando il cancro della società: la sete di potere, la corruzione, la cecità e la miseria umana che hanno purtroppo quasi sempre trovato nel nostro Paese ambienti ideali dove annidarsi. Noi lo ricordiamo con un film necessario oggi più che mai, LE MANI SULLA CITTA’ del 1963 (giovedì 20 agosto, Piazzetta Tre Molini), potente denuncia della corruzione e della speculazione edilizia dell’Italia degli anni sessanta.