L’uomo incaricato di entrare in Vaticano subito dopo la morte de Papa è un italiano, più specificatamente abruzzese. Ecco di chi si tratta.
Il Papa è una delle figure più importanti del mondo e della cristianità, soprattutto per la storia antichissima che caratterizza il papato. Infatti, secondo gli storici l’istituzione che ricopre il Pontefice discende addirittura da San Pietro. Inoltre, il primo vescovo di Roma chiamato Papa dovrebbe essere Damaso I, poiché i precedenti tre vescovi della città eterna risultano avvolti dal mistero.
Ad ogni modo, i primi successori di Pietro furono martirizzati perché in quell’epoca non avevano nessuna autorità e i cristiani erano perseguitati. Pertanto, i primi Papi con un potere riconosciuto arrivarono dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Ciononostante, il papato continuava ancora ad essere influenzato dai governi che si susseguirono nei secoli.
L’uomo che arriva dopo la morte del Papa
La storia dei discendenti di Pietro è lunga ben 2000 anni, perciò il pontificato è ricco di tradizioni antichissime da rispettare e da proiettare nei successivi secoli. Infatti, uno dei momenti più sentiti e toccanti della cristianità è la morte del Papa, la quale è costellata da una serie di protocolli da adempiere. Innanzitutto, il primo passo è chiamare il camerlengo per accertare ufficialmente la morte del Pontefice. Dopodiché, lo stesso camerlengo, che è il cardinale che cura le finanze della Santa Sede e che sostituisce il Papa provvisoriamente, pone i sigilli in tutte le stanze del Papa.
Subito dopo, il vicario di Roma annuncia ai mezzi di comunicazione la scomparsa del successore di Pietro, in seguito un’anta del prestigioso portone della Basilica viene chiusa e le campane cominciano a suonare a martello. Successivamente, incominciano i preparativi per esporre la salma del Papa ai fedeli: alcune persone incaricate vestono il Santo Padre con una casula rossa e un pallio di lana bianca, ed infine posano sul suo corpo una croce nera. Inoltre, i cardinali sono tenuti a spezzare l’Anello del Pastore, che il Papa riceve il giorno in cui viene proclamato Capo della Chiesa Cattolica.
In modo particolare, quando nel 2022 è deceduto il Papa Emerito Benedetto XVI, un uomo originario di Capistrello, un paese vicino L’Aquila, si è occupato dell’imbalsamazione provvisoria del Santo Padre. Quest’uomo si chiama Andrea Fantozzi, ed è uno dei più grandi esperti in Italia di tecnica di conservazione dei corpi dopo il decesso. Infatti, grazie alla sua tecnica i corpi possono rimanere intatti per circa 10-15 giorni, cioè il tempo necessario per esporre il Pontefice ai fedeli.
Per la precisione, questa speciale tecnica si chiama tanatoprassi, e consiste nell’iniettare nel sistema nervoso un fluido conservante. Subito dopo si passa alla cura estetica del viso, poiché occorre rallentare il processo di decomposizione. Andrea Fantozzi, nel corso della sua carriera, ha curato anche l’imbalsamazione provvisoria di Papa Giovanni Paolo II.