Teramo. Questa mattina si sono svolte le celebrazioni per il 78° anniversario della Liberazione di Teramo, organizzate, come ogni anno, dalla sezione ANPI “Manfredo Mobilj” di Teramo, in collaborazione con il Comune di Teramo, la Provincia (Medaglia d’Oro della Resistenza), l’Archivio di Stato di Teramo e l’Associazione Culturale “Teramo Nostra”.
Una cerimonia breve ma molto sentita che ha visto il senatore Antonio Franchi, presidente provinciale dell’Anpi, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, il presidente della sezione “Manfredo Mobilj” dell’Anpi Antonio Topitti, il presidente del consiglio comunale Alberto Melarangelo e il vicepresidente della Provincia Luca Frangioni, rendere omaggio alla lapide dei cittadini teramani fucilati il 13 giugno 1944, in via Cesare Beccaria – largo Madonna delle Grazie. Successivamente è stata deposta una corona d’alloro alla lapide dei caduti partigiani in piazza Orsini. Ad entrambi i momenti ha partecipato anche Dante De Sanctis, sopravvissuto all’eccidio di largo Madonna delle Grazie.
“Teramo fu liberata dai partigiani il 14 giugno 1944 – ha ricordato Antonio Topitti – quando entrò in città la formazione Rodomonti, seguita il giorno successivo dalla formazione Ammazalorso. Le forze alleate arrivarono in città solo il 17 giugno. Teramo fu l’ultima città ad essere liberata del Centro Italia e la prima verso nord. E se da qualche anno celebriamo il 13 giugno la liberazione della città è per rendere omaggio agli 8 giovani teramani fucilati nell’ultimo giorno dell’occupazione nazifascista di Teramo, nell’eccidio di largo Madonna delle Grazie”.
Nel suo intervento il primo cittadino ha sottolineato l’importanza di tenere viva la memoria di chi ha sacrificato la vita per la libertà e la democrazia e di trasmettere il loro messaggio alle nuove generazioni. “Questo odierno è un momento non solo formale – ha detto il sindaco D’Alberto – ma una data che va celebrata per tenere viva la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per consegnarci un paese democratico, per consegnarci libertà ed uguaglianza. Valori che non dobbiamo mai dare per scontati ma che dobbiamo difendere ogni giorno nel nostro agire quotidiano. E’ questo il testimone che dobbiamo consegnare alle nuove generazioni, ancor di più in un epoca in cui assistiamo, nel nostro paese, a rigurgiti preoccupanti e in cui la guerra è tornata a insanguinare l’Europa, aggiungendosi a tante altre guerre che si combattono nel mondo”.
Il primo cittadino ha poi evidenziato il fondamentale ruolo della scuola, ricordando come quest’anno la Resistenza teramana sia stata oggetto di diversi progetti realizzati dagli istituti scolastici della città. “L’importanza della scuola nel far conoscere ai ragazzi i valori della nostra Resistenza è fondamentale – ha aggiunto – far innamorare gli studenti degli esempi di libertà e democrazia che hanno visto protagonista la nostra comunità, costituisce un dovere nei confronti della nostra stessa identità storica e culturale. Per questo, nel prossimo anno scolastico, lavoreremo con le scuole per proseguire in un questo percorso virtuoso”.
A chiudere la cerimonia l’intervento del senatore Antonio Franchi, che ha ricordato il valore della Resistenza teramana per la Liberazione dell’Italia. “Quanto accaduto a Teramo non è stato divulgato a livello nazionale – ha commentato – lo scorso anno ero a Marzabotto e ho parlato di Bosco Martese, un episodio ancora oggi sconosciuto alla maggior parte dei presenti. Eppure ha rappresentato il primo scontro in campo aperto tra partigiani e forze nazifasciste, rappresentando una delle pagine più importanti della Liberazione. E noi dobbiamo ricordarlo. Viva la Liberazione, viva Teramo democratica e antifascista”.