L’Associazione studentesca dell’Università degli studi di Teramo “Azione Universitaria Teramo” celebra la Giornata della Legalità in ricordo delle vittime della mafia.
“Affinché tutto questo potesse concretizzarsi, abbiamo pensato che il mezzo con l’impatto maggiore sarebbe stato un albero, che tutta la popolazione studentesca potesse guardare non solo per i suoi fiori colorati, ma pensando al significato che quei fiori e quelle foglie nascondono. Abbiamo affisso una targa con esplicito richiamo alla ricorrenza, che campeggerà ai piedi dell’albero, nel polo G. D’Annunzio”.
“Su di essa abbiamo scelto di incidere una frase di Paolo Borsellino, il quale forse più di tutti ha avvicinato la lotta alla mafia in senso attivo, all’importanza di prevenirla grazie alla sensibilizzazione dei giovani. Il nostro impegno per preservare tale significato sarà assiduo, consapevoli del fatto che lasciar appassire l’albero sarebbe un po’ come abbandonare alla storia l’estremo sacrificio di uomini che hanno combattuto per rendere l’Italia un posto migliore”.
Anche il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, ha voluto ricordare la strage di Capaci. “Tutti servitori dello Stato il cui sorriso, espressione della straordinaria forza con la quale vivevano il loro intenso quotidiano, è tuttora una preziosa testimonianza per coloro che lottano, senza sosta, impegnandosi fino in fondo nel perseguire la legalità e la giustizia sempre, senza se e senza ma. Un sorriso che, come ho affermato in più circostanze, non significa assenza di paura, insita in ciascuno, ma rappresenta piuttosto il simbolo di una sfida più grande che Falcone e Borsellino, nonché ogni donna e uomo rappresentanti delle istituzioni sane, hanno lanciato e lanciano alla mafia. Ai più giovani desidero che arrivi un chiaro messaggio, ovvero evitare di commettere l’errore di considerare la mafia come qualcosa che non ci riguarda, come un fenomeno confinato solo a una parte del Paese; cosa che purtroppo non è. Per continuare la battaglia di chi ci ha preceduti dobbiamo infatti ispirarci proprio alla frase di Falcone, sopra citata, ricordando come la mafia sia innanzitutto un atteggiamento culturale, che si declina in tutti i comportamenti omertosi, di silenzio di fronte ai soprusi, di rassegnazione di fronte a chi, ancora oggi, utilizza il lavoro come merce di scambio. Comportamenti che dobbiamo combattere ogni giorno, avendo come faro proprio il sorriso di tutte quelle donne ed uomini che, pur consapevoli dell’enorme rischio, hanno servito lo Stato fino al sacrificio della vita”.