Martinsicuro. Un’occasione per riflettere sulla gestione della terza età e sui servizi sociali e sulla necessità di innovare il settore nell’ottica dell’integrazione socio-sanitaria. Di questi temi si discuterà domani a Martinsicuro, a partire dalle 9.30, nella sala consiliare del Comune, nel corso del convegno “La terza età e l’integrazione delle politiche socio-sanitarie: i risultati del progetto Prospera e i modelli d’innovazione”.
Un momento di riflessione organizzato da Confcooperative Abruzzo a conclusione del progetto Prospera (Progetto sperimentale anziani), finanziato dalla Regione Abruzzo con il Fondo delle Politiche per la Famiglia. Il progetto ha voluto favorire la qualificazione delle cosiddette badanti, con l’emersione del lavoro nero, e al tempo stesso creare un vero e proprio registro delle badanti, un servizio innovativo e sinonimo di garanzia e di professionalità per le persone assistite. Le partecipanti al progetto sono state anche formate attraverso il corso per “Assistenti familiari”, realizzato dalla Leadercoop Formazione, al quale hanno preso parte 60 badanti che così hanno potuto iscriversi al registro creato nell’ambito del progetto. Ad introdurre il dibattito sarà Giampiero Ledda, presidente di Confcooperative Abruzzo, mentre a discuterne come relatori ci saranno Ernesto Albanello (Leadercoop Formazione Srl), Emiliano Vaccari (K_Shift Srl) e Annamaria Casini (Lynx srl). A portare i loro saluti alla platea interverranno Abramo Di Salvatore, sindaco di Martinsicuro, Alberto Pompizi, presidente dell’Unione di Comuni, Marcello Monti, assessore al sociale del Comune di Martinsicuro, Renato Rasicci, assessore provinciale alle Politiche Sociali ed Emiliano Di Matteo, consigliere regionale. Le conclusioni saranno affidate a Nicoletta Verì, presidente della V Commissione Affari sociali e tutela della salute della Regione Abruzzo.
L’analisi e l’elaborazione dei dati e delle informazioni ottenuti attraverso la ricerca sociale messa in campo con il progetto Prospera ha permesso di delineare un quadro d’insieme del fenomeno del badantato nel territorio della Val Vibrata. E’ stato possibile stimare il numero di badanti presenti, nonostante difficoltà oggettive inerenti l’irregolarità contrattuale e la mancanza di banche dati specifiche sul fenomeno. La stima ha tenuto conto sia del dato certo delle lavoratrici domestiche regolari della Val Vibrata sia del fatto che la struttura e le dinamiche familiari nelle regioni meridionali operino una attività di contrasto alla diffusione della figura della badante in misura maggiore rispetto alla media nazionale. Tenuto conto inoltre delle modalità di stima del fenomeno a livello nazionale si è potuto stabilire che il numero delle badanti, regolari e non regolari, presenti sul territorio dei Comuni dell’Unione, si attesterebbe, verosimilmente, intorno alle 500-700 unità. Varie sono le modalità di reperimento sul territorio della figura della bandante, una su tutte predomina sulle altre: il passaparola. Sono le reti informali a determinare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nel mercato delle badanti. Sembra esservi una naturale propensione a scegliere assistenti provenienti dell’est Europa (Polonia, Romania. Bulgaria, etc.), Molto spesso discriminate risultano essere, invece, le donne di colore a causa di una mancata accettazione delle stesse da parte dell’anziano, frutto di un retaggio culturale ancora presente sul territorio nazionale, specie tra le fasce più anziane della popolazione. Le mansioni richieste alle badanti non si limitano esclusivamente a tutte quelle riferibili direttamente alla cura della persona. Non sono rari i casi in cui alle badanti è demandato il compito di occuparsi dei lavori domestici nella casa dell’assistito e di svolgere commesse all’esterno dell’abitazione.