Selva di Fasano. E’ lo scrittore Mattia Albani, di Giulianova, il vincitore della XIII edizione del Premio di Narrativa “Valerio Gentile”. L’autore ha presentato un romanzo dal titolo “Il verso del coniglio”, ritenuto meritevole di pubblicazione da Schena Editore nella collana Pochepagine. Albani aveva già partecipato all’edizione 2009 del premio, classificandosi al terzo posto con il romanzo “Taxi Luna Sessantanove”. Al secondo e al terzo posto si sono classificati, rispettivamente, “Viaggio in silenzio” della giovane Monica Pezzella e “Sotto casa si prostituiscon” di Vito Lorenzo Dioguardi. Premio speciale giovanissimi a Silvia Costa con il suo “La vita secondo Silvia”. Mattia Albani verrà premiato il 17 agosto a Fasano.
Biografia dell’autore e descrizione dell’opera
Mattia Albani, classe 1986, è nato a Giulianova. Ha conseguito numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali di prosa e poesia. Nel 2008 ha pubblicato una raccolta di poesie, dal titolo L’apnea dei 22. Rincalzi d’albe e scucite metafore (Aletti Editore).
“I conigli non sono quello che sembrano”, è questo il leitmotiv de “Il verso del conigli”, edito da Schena Editore, nella collana Pochepagine.
Il verso del coniglio è la storia del giovane Samuel Nietzsche, adolescente Amish da poco tornato a casa dopo il tradizionale periodo di Rimspringa. Tutto sembra andare per il meglio, quando il ragazzo si trova improvvisamente catapultato in un incubo: a cause della consanguineità dei genitori, Samuel Nietzsche contrae una rarissima malattia che impedisce al fegato di metabolizzare la birilubina.
Né i medici più illustri, né i farmaci da essi prescritti, né tanto meno il fervore religioso della sua Comunità di appartenenza riescono a curare Samuel Nietzsche, e così il ragazzo comincia a prendere coscienza di essere ormai condannato, ma è costretto a tirare avanti penosamente, giorno dopo giorno, circondato dal’ipocrisia dei famigliari, per i quali è diventato ormai un peso. L’unica persona della quale apprezza la compagnia è il suo giovane amico Jacob Goethe che inizialmente lo soccorre con affetto sincero ma poi, spaventatosi dall’avanzare della malattia, non si fa più sentire né vedere.
Nelle lunghe ore trascorse all’ombra della morte, con i conigli che gli zigano nelle orecchie, Samuel Nietzsche si rende conto che la sua vita è stata un cumulo di menzogne, ma alla fine si affaccia alla mente un pensiero consolante: proprio la morte sarà presto l’unica liberazione, per sé stesso, per la sua famiglia e per l’intera Comunità Amish.