Roseto, sabato Lucio Villari ritira il Premio letterario “Città delle Rose”

lucio_villariRoseto. Sabato mattina alle ore 12, nel Salone della Villa Comunale di Roseto degli Abruzzi, Lucio Villari ritirerà il Premio letterario “Città delle Rose” per la saggistica edita. Villari è il vincitore dell’ottava edizione del Premio, Sezione Autori italiani, con il libro “Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento” (Editori Laterza). L’autore non ha potuto partecipare alla cerimonia di premiazione dello scorso 22 maggio 2010 a causa di problemi di salute.
Alla consegna del premio parteciperanno i componenti dell’amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi e Walter Mauro, critico e storico della letteratura, componente della Giuria del Premio, che leggerà le motivazioni del premio.
Villari, nato a Bagnara Calabra il 26 agosto 1933, è uno storico italiano, docente di Storia contemporanea all’Università’ di Roma Tre. E’ autore di numerosi saggi sulla storia dal Settecento al Novecento, in particolare sulle idee e sulla vita sociale del mondo occidentale in quel periodo di trasformazione e nascita del mondo moderno. Nel 2001 ha vinto il Premio Estense per il suo Niccolò Machiavelli. Collabora alle pagine culturali e alle iniziative editoriali del quotidiano La Repubblica. E’ fratello di Rosario Villari, anch’egli storico. Tra i suoi saggi si segnalano: Il capitalismo italiano del Novecento (Laterza, 1975), Settecento adieu: cultura e politica nell’Europa dei lumi (Bompiani, 1985), La roulette del capitalismo (Einaudi, 1995), Romanticismo e tempo dell’industria – letteratura, libertà e macchine nell’Italia dell’Ottocento (Donzelli, 1999), L’insonnia del ‘900 (Paravia, 2000), Niccolò’ Macchiavelli (Piemme, 2000) e Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento (Laterza, 2009), il saggio con il quale ha vinto il premio “Città delle rose” .
“Bella e perduta” parla dell’Italia del Risorgimento, quella che tra il 1796 e il 1870 non ha conosciuto il significato della parola libertà. Gli italiani di allora, pur non potendosi chiamare tali,  l’hanno cercata e hanno dato la vita per realizzare il sogno della nazione divenuta patria. E’ stato il tempo dove la libertà significava sentirsi partecipi di una Italia comune, non dell’Italia dei sette Stati, ostili tra loro e strettamente sorvegliati da potenze straniere. La conquista della libertà “italiana” è stata la rivendicazione dell’unità culturale, storica, ideale di un popolo per secoli interdetto e separato, l’affermazione della sua indipendenza politica, la fine delle molte subalternità alla Chiesa del potere temporale, l’ingresso nell’Europa moderna delle Costituzioni, dei diritti dell’uomo e del cittadino, del senso della giustizia e del valore dell’eguaglianza ereditati dalla rivoluzione francese.

 

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