Ricostruzione storica e cabaret. Finzione e realtà. Il labile confine tra ciò che è realmente accaduto e la ricostruzione scenica sono al centro del film “La trattaiva”, che sarà presentato a Teramo il prossimo 20 febbraio, in una serata che vedrà anche la partecipazione dell’attrice-regista Sabina Guzzanti.
L’iniziativa, organizzata dall’associazione “Società civile” e che rientra nell’ambito delle iniziative del “Premio Borsellino tutto l’anno”, si svolgerà al teatro Comunale di Teramo, con l’incontro con la regista previsto alle 20 e a seguire la proiezione del film (ingresso 5 euro).
Presentato fuori concorso alla Mostra di Venezia 2014, il film è un progetto al quale Sabina Guzzanti ha lavorato per molto tempo, richiedendole un gran mole di lavoro. Nell’intricata vicenda del rapporto Stato-mafia, un gruppo di attori mette in scena gli episodi più rilevanti della vicenda, impersonando mafiosi, agenti dei servizi segreti, alti ufficiali, magistrati, vittime e assassini, massoni, persone oneste e coraggiose e persone coraggiose fino a un certo punto.
E nel mischiare repertori e ricostruzioni, intercettazioni e deposizioni, interviste e cabaret, è difficile sapere chi dice cosa, se un dialogo è inventato o il resoconto di un fatto realmente avvenuto, se un passaggio è frutto di una deduzione giornalistica o probatoria, se il tic di un personaggio è una caricatura oppure una imitazione. Questo “dubbio”, in alcuni casi facilmente risolvibile in altri meno, sposta il film verso lidi remoti, para-televisivi, da cabaret di denuncia, facendo saltare l’impianto documentale e documentario a favore dello spettacolo della dietrologia in un girotondo che fa girare la testa.