Pescara. “C’è il rischio che Pescara perda uno dei più prestigiosi eventi della città. Una conseguenza nefasta, anche della solitudine in cui la Fondazione Pescarabruzzo è stata lasciata nella tenace e appassionata cura di talune insostituibili attività culturali della nostra comunità, come quelle cinematografiche in particolare. Dal 2004 la Fondazione ha favorito lo svolgimento del Flaiano Film Festival, concedendo a titolo completamente gratuito, diversamente da quanto era avvenuto fino ad allora, l’uso del Cineteatro Massimo coprendo un costo medio reale ad edizione di circa 40.000 euro.
Così in una nota il presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, che aggiunge: “Questo sostanziale e pluriennale sostegno si è inserito nella politica della Fondazione di recupero degli spazi culturali gravemente compromessi dai tagli di finanziamenti pubblici e dallo svuotamento dei centri storici, mettendoli fruibili ai cittadini. In particolare il progetto Pescara Cityplex, finalizzato a promuovere la cultura cinematografica per animare la sensibilità civile e democratica della comunità, vede la Fondazione impegnata nella gestione e nella costante manutenzione, ordinaria e straordinaria, dei cineteatri Massimo, Circus e Sant’Andrea e nella loro riqualificazione: sei sale cinematografiche nel pieno centro cittadino, con 4 palcoscenici per eventi teatrali, musicali e culturali proposti da varie Associazioni, Enti, Istituti Scolastici. Circa 3.500 posti a sedere sono a disposizione della collettività. In seguito ad un pesantissimo inasprimento fiscale, a valere dal 1° gennaio 2013 la Fondazione Pescarabruzzo è stata costretta a rimodulare le risorse a sostegno di tali attività, facendo fronte agli intervenuti maggiori oneri per la tassazione che, per l’insieme della logistica culturale resa disponibile dalla Fondazione stessa, costituiscono, da soli, un costo totale di esercizio nel 2012 pari a circa 200.000,00 euro. Con un improvvido provvedimento del Governo Monti, iniquamente recepito a livello locale, la Fondazione, infatti, a differenza di altri enti non commerciali, è tenuta a pagare l’Imposta Municipale Unica anche sugli immobili di proprietà presso i quali viene svolta anche attività culturale, ricreativa, assistenziale o didattica gratuite. All’Imu si aggiunge il gravame della Tarsu applicato, si badi bene, con incidenze ben superiori a quelle pur note attività commerciali cittadine che i rifiuti li producono davvero in abbondanza, e in misura neanche lontanamente paragonabile alle strutture culturali che, come nel caso, non ne producono affatto. Il sostegno a talune attività culturali è rimasto quasi esclusivamente sulle spalle della Fondazione che, forse, per questa maggiore assunzione di responsabilità viene paradossalmente punita. In questo contesto con accenti perfino vessatori, la Fondazione si è vista costretta a imporre erga omnes la ‘totale’ non più gratuita fruizione del Cineteatro Massimo riconoscendo, comunque, ancora una significativa ‘parziale’ gratuita fruizione all’associazione culturale Ennio Flaiano che da quarant’anni realizza il prestigioso Premio Internazionale. La stessa aveva anche formalmente accolto la soluzione di particolare vantaggio delle nuove condizioni di accesso, che in seguito ha ritenuto comunque di dover disdire. Gli sforzi notevoli della Fondazione non sono evidentemente sufficienti ad evitare questa ennesima difficoltà procurata al prestigio di Pescara. Non ci resta che grande ammarezza per questa penosa vicenda che chiama tutte le Istituzioni ad un severa riflessione intorno alle priorità che vanno stabilite per il futuro della nostra città. E la cultura dovrebbe essere senz’altro uno degli asset principali di cui aver cura, che non dovrebbe essere delegato risolutivamente al suo sostegno tramite la sussidiarietà del terzo settore, che la Fondazione si onora appassionatamente, da anni, di rappresentare in modo così evidente ed incisivo”.