Pescara. Domani, venerdì 11 dicembre ultima giornata del 17° Festival Internazionale del Cortometraggio ‘Scrittura e immagine’ al Mediamuseum, con la premiazione dei vincitori.
Per la sezione ‘Scrittura e Immagine’, il vincitore è lo spagnolo Tucker Dávila Wood per il corto ‘Duellum’: dopo una formazione come sceneggiatore e regista a New York (1994-2000) e il lavoro come regista a Madrid fino al 2003, fonda la casa di produzione MANKUSO nel 2005, dove produce e dirige, tra gli altri, Los perfeccionistas, Los 4 McNifikos e Bodegón. Al momento, si prepara al passaggio al lungometraggio con El comediante, sovvenzionato dal Governo Basco.
Per la sezione ‘Abruzzo’ il vincitore è Marco Napoli, con il corto ‘Cross Road’: regista e attore, negli ultimi tre anni ha prodotto e diretto cortometraggi, alcuni dei quali promossi e selezionati in festival di rilevanza nazionale ed internazionale (David di Donatello, Genova Film Festival), ha lavorato nel ruolo di film-maker tra le città di Londra, Montreal e Roma e come attore all’interno di progetti di diversa natura collaborando con grandi produzioni cinematografiche la cui ultima é Rush (Ron Howard, 2013). Ha inoltre acquisito esperienza come operatore e montatore con l’utilizzo di attrezzatura indipendente quali Canon 5D Mark II camera e Final Cut Studio production suite. Il suo corto si pone la domanda se si può giocare con il proprio destino fermando dettagli a volte insignificanti nella routine quotidiana. Carpire quei dettagli, così sfuggenti, per offrirli all’immaginazione che li trasforma in realtà e lasciarsi andare a ciò che ne scaturisce sapendo che può essere la felicità.
Per la sezione ‘Cortoscuola’, l’Istituto Comprensivo di Lenola (LT) si aggiudica la vittoria con il corto ‘La macchina del tempo’, di Piero Budassi: oltre un secolo di cinema reinterpretato con leggerezza e ironia dagli alunni dell’Istituto. Cortometraggio realizzato nell’ambito del progetto “I percorsi della creatività tra ironia e riflessione”, organizzato dall’Amministrazione Comunale di Lenola, finanziato dalla Regione Lazio con la partecipazione dell’Amministrazione Comunale di Lenola.
Il programma dei corti della giornata si aprirà alle ore 17:00 con la proiezione di: The Kitten (Bacheh Gorbeh), Asadi Shiva Sadegh, 11’– fuori concorso;American Rouge, Jasmine Manari, 6′ 40”; El buen amor, Gabriel Azorín, 20’08” – fuori concorso; Per un pugno di semi,Ist. Superiore “A. Marino”-Casoli (CH), 1′ 46”; La mela casolana, mela dei poeti , Ist. Superiore “A. Marino”-Casoli (CH), 3′ 32”; La cruna dell’ago, Franco Di Domenico, 31′ 39” – fuori concorso; Primavera rosa en el Kremlin, Mario de la Torre, 20’05” – fuori concorso;L’essenza, Laura Plebani, 9′ 11′; Sinécdoque. Una historia de amour fou, Jose Manuel Carrasco, 8’; Voilà, c’est fini, Camille Saferis, 3’10”; Isabel Isabellae, Amanda Rodríguez, 11′ 49” – fuori concorso; La condena, Marc Nadal, 7′; Hai presente?, Luca Ferro, 00′ 47”; 5 segundos, David Gonzalez Rudiez, 3′ 30”; El espejo humano, Marc Nadal, 15′ – fuori concorso; Parce que je t’aime, Enrique García de Blas, 3′ 47”; Little Barber Shop Of Horrors, Fry J. Apocaloso, 7′ 20.
Dopo la premiazione, intorno alle ore 21:00, sarà proiettato, fuori concorso, il documentario ‘Zero Bagget’, di Michele Coppini: frustrato dalla ricerca di produttori per il suo nuovo film, Michele Coppini, filmmaker fiorentino classe 1979, operatore e montatore video precario per un quotidiano locale, decide di girarselo in forma totalmente autarchica, con un telefono cellulare, una videocamera e un cavalletto. Riprendendo se stesso, la sua famiglia, amici, colleghi e tanti altri.
Il making of del film si trasforma gradualmente nel film, oscillando tra generi e toni, piegando poco a poco verso una riflessione sulla possibilità stessa del cinema indipendente italiano, oltre che sulla sua dignità e visibilità. Con tono semiserio Coppini interpella conoscenti che si prestano al suo obiettivo, cercando in loro sostegno, un punto di vista critico e interrogandoli sulla natura del film e l’opportunità della sua scelta. Zero bagget fin dal titolo rivendica una forte matrice regionale, che è insieme il suo specifico (specie nelle punte beffarde e antiautoritarie) e il suo limite (il ridanciano incontro con il compositore delle musiche Daniele Mochi).