Chieti, due Facoltà dell’Università e il Curt promuovono una pièce sul 150° anniversario

stefano_trinchese_e_luciano_paesaniChieti. “Viva Verdi. Come fu che Pinocchio non volle diventare un ragazzo per bene”, questo è il titolo di una pièce teatrale promossa dalla Facoltà di Lettere e Filosofia e di Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. Si tratta di uno spettacolo realizzato dal Curt (centro universitario di ricerca sul teatro) e ideato dal professor Luciano Paesani, direttore dell’ente e docente di Storia del teatro presso la Facoltà di Lingue.

All’evento, che si colloca all’interno del programma di celebrazione dell’università per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, sono riservate due serate. La prima si terrà il 15 marzo alle ore 21, presso il teatro Flaiano di Pescara, la seconda il 23 marzo alla stessa ora, presso il teatro Marrucino di Chieti. L’ingresso è gratuito.

Il preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, professor Stefano Trinchese, che ha seguito con interesse l’organizzazione dell’evento culturale unitamente al preside di Lingue e Letterature Straniere, professor Carlo Consani, sottolinea: “La pièce, oltre ad avere un notevole valore culturale, è occasione per celebrare nel migliore dei modi la nascita di una nuova realtà che si sta formando all’interno dell’Università D’Annunzio: l’area umanistica. Essa, fino ad ora, comprende le Facoltà di Lettere e Filosofia, Lingue e Letterature Straniere e Scienze Sociali, ma è aperta a tutte quelle che si riconoscono nel profilo umanistico”.

L’area è interessata, in modo particolare, ad un nuovo indirizzo di studi: “Linguaggi della musica e dello spettacolo”, una triennale che sarà attiva già dal prossimo anno accademico, all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia. Il regista e ideatore della rappresentazione teatrale, professor Luciano Paesani, ha voluto accostare due figure apparentemente inconciliabili: quella risorgimentale di Giuseppe Garibaldi e quella favolistica di Pinocchio, legate da un fil rouge che è la vita di Carlo Lorenzini, in arte Collodi, scrittore che, all’interno della pièce, propone nel paese di Acchiappa-citrulli, da lui stesso immaginato, dialogherà con il celeberrimo eroe di due mondi.

“Nello spettacolo è rintracciabile – spiega Paesani – una fedeltà assoluta al dettato collodiano e, nello stessi tempo, una fedeltà assoluta di contenuti risorgimentali. Anche se l’ambientazione è favolistica, tutto il resto è vero e storicamente fondato, soprattutto ciò che riguarda gli avvenimenti legati a Garibaldi e Collodi”.

Si legge ancora nelle note di regia: “Questo spettacolo vuole essere, più che un omaggio al nostro Risorgimento e, in particolare, a Giuseppe Garibaldi, in una fase nazionale storica mai così squallida, un atto d’amore sentito, grottesco e lacerante”.

Francesco Rapino

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