Torrevecchia Teatina. Una tradizione che rischiava di essere dimenticata, rivitalizzata grazie agli studi del Prof. Francesco Stoppa e della memoria degli anziani.
E’ la Festa delle Bambole Volanti che si svolgerà sabato 12 marzo, con inizio alle ore 16,30 per le strade di Torrevecchia Teatina (Ch) preceduta dal convegno, che inizierà alle 9,30 nel palazzo baronale Valignani “Problematiche relative alla gestione della ripresa delle tradizioni” cui prenderanno parte delegazioni provenienti da Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Abruzzo con la partecipazione di Antonello De Berardinis, direttore dell’Archivio di Stato di Chieti, Katja Baboro, sindaco di Torrevecchia Teatina, Angela Cicora e Francesco Stoppa organizzatore del convegno e docente all’Università d’Annunzio. La manifestazione è straordinariamente importante e merita una spiegazione sui suoi significati antichi e pieni di misteri.
“Le caratteristiche etnografiche della festa – spiega il prof. Stoppa – detta anche “Seghe la vecchie a lu mezze” spezza il periodo della quaresima a metà ed è una rievocazione della tradizione pasquale, nel periodo che va dal mercoledì delle Ceneri al Sabato Santo, nella quarta settimana di Quaresima. Da dieci anni le associazioni riunite nella Compagnia Tradizioni Teatine (Il Ramajetto, teatro del Sangro e Fontevecchia), in collaborazione con il Centro di Antropologia Territoriale dell’ UdA, propongono il “Corteo delle pupe a sette gambe, delle vecchie e delle bambole volanti”. Le vecchie sono interpretate da tre maschi a viso coperto e rappresentano le parche, che fanno e disfanno il destino umano con la rocca, il fuso e le forbici e, avvicinandosi a presenti e curiosi, dicono “je file, je turce, je taje”. Il corteo inizia con la bambola Quarantana, vecchia, brutta e magra: è la vedova di re Carnevale e rappresenta la continuità ed il popolo, vestita di nero in segno di lutto poiché deve sacrificarsi per 40 giorni”.
Appesi sotto la bambola ci sono sette ingredienti di magro o sette piume di cui sei di un colore e la settima di un altro che indicano la purificazione e l’astinenza infatti non si potevano mangiare dolci, non ci si doveva pettinare i capelli, non si spazzava il pavimento, non si dovevano riordinare i letti, non si doveva cucire. La pupa che rappresenta “la vecchie” deve essere spezzata da un uomo anziano perché saggio ed autorevole ed esente dalle tentazioni della carne. Le bambole vengono fatte volare, nel corso della quarta domenica di Quaresima, appese a fili su canne, sulla testa dei partecipanti e sui luoghi che si desidera proteggere. Bambole e pupe sono oggetti rituali e compaiono nel ciclo di propiziazione primaverile. Le bambole volanti sono dette Corajisime, Quarjisime, Quaremme o Quarantane in molti paesi del Sud dell’Italia tra cui il vicino Molise e la lontana Calabria. Tipico del periodo il menù a base di cibi penitenziali o quaresimali: rintroscele con bastardone, mollica di pane, peperoncino, aglio e olio; le alici ‘mpriadorie con aglio, prezzemolo peperoncino; la chicocce con patate aglio, rosmarino e peperoncino; la pizza di randinije con cacio alla sala; patane, pizze e foije (foije de cole, cascigne e bietola rinasciticcia) con sardella fritta, bastardone.