Chieti. Uno dei più illustri pianisti russi del panorama internazionale, oggi residente a New York, Alexander Kobrin, torna ad esibirsi sul palco del teatro Marrucino, in occasione del bicentenario della storica istituzione culturale. Appuntamento a domenica 1 luglio alle ore 21.
Biglietto intero 12 euro, ridotto 8 (per over 60 e under 25 e studenti). Disponibile al botteghino oppure online su CiaoTickets. Per info: 0871/321491.
“Medaglia d’oro nei più blasonati concorsi internazionali pianistici quali il VAN CLIBURN (Stati Uniti d’America), il BUSONI (Italia), la Hamamatsu Piano Competition (Giappone), la Scottish International Piano Competition (Scozia), Kobrin è un vero e proprio mito per tutti i pianisti del mondo – afferma il direttore artistico della ArtEnsemble, Giuliano Mazzoccante -. Sono felice di poterlo ricevere nella mia città, a Chieti, e di chiudere questa meravigliosa stagione concertistica con un artista del suo peso specifico”.
Elegante il programma della serata, che parte con le musiche di Schumann (Arabeske op. 18 in Do Maggiore). A seguire la Sonata op. 26 in La bemolle Maggiore. Andante con variazioni. Scherzo, Allegro molto. Marcia funebre sulla morte d’un eroe, Maestoso andante Allegro di Beethoven. Infine la Sonata n.3, op. 58 in Si Minore, Allegro Maestoso, Scherzo, Molto vivace, Largo, Finale, Presto non tanto di Chopin.
Definito dalla BBC il “Van Cliburn dei nostri giorni”, Kobrin si è formato alla celebre Scuola Speciale Gnessin con Tatiana Zelikman e al Conservatorio Tchaikovsky con Lev Naumov. Nel tempo si è esibito in tutti i più importanti festival pianistici (Ravinia, La Roque d’Anthéron, Hannover, Ruhr e molti altri) e con tutte le maggiori orchestre, collaborando con grandi direttori quali Juraj Valčuha e Mikhail Pletnëv. Su «Gramophone» è stato definito “memorabilmente personale ed elegante”, “ipnotico”, e diversi critici hanno lodato il suo “tocco delicatissimo”, con cui riesce a “valorizzare tutte le strutture e le sfumature di colore, creando contrasto e illuminando le tensioni tra luce e ombra, tra vivacità e malinconia, in una moltitudine di livelli”.