Chieti. Oltre 2.500 persone hanno partecipato ai 30 diversi appuntamenti della terza edizione del “Festival del creato”, la manifestazione che si è tenuta da venerdì 14 a oggi, domenica 16, nel cuore di Chieti, nata da un’idea di padre Fabrizio De Lellis e su un’iniziativa dell’Ordine francescano secolare d’Abruzzo coadiuvata dai Frati francescani delle obbedienze Minori, Cappuccini e Minori conventuali, dalla Gioventù francescana, dalla Consulta dei laici di Chieti e supportati dall’Arcidiocesi di Chieti-Vasto e dal Comune di Chieti, e rientrante nel circuito OFF del decennale “Festival Francescano” di Bologna. Un successo che ha superato le aspettative degli stessi organizzatori, che appena conclusa la tre giorni di conferenze, spettacoli, concerti, workshop, stand, laboratori, attività di piazza e momenti spirituali per adulti e per bambini e ragazzi nel entro città già sono pronti a ripartire per la prossima edizione.
“Un bilancio positivo rispetto a quello delle precedenti edizioni – commenta una delle organizzatrici della manifestazione chietina, Rita Di Falco – sicuramente il cambio di location dalla villa di Chieti alla parte centrale della città, corso Marrucino e piazza G.B.Vico per lo più, ha influito sulla buona riuscita dell’evento, un luogo di passaggio per tutti, includendo la manifestazione nel contesto cittadino, per cui città e festival si sono abbracciati in un unicum. Ma a dare forza a questa terza edizione del festival è stata soprattutto la voglia delle persone di partecipare, di esserci, di venire anche soltanto a curiosare fra le nostre attività pensate e volute proprio per coinvolgere tutti, adulti , ragazzi e bambini. Partecipazione c’è stata non soltanto a quegli eventi che naturalmente attirano, come i concerti, ma anche alle conferenze, ai convegni e alle tavole rotonde che hanno trattato – grazie alla presenza di esperti, studiosi, intellettuali e professionisti di vari settori – tematiche di nicchia e molto impegnate, attuali, persino controverse: dal tema della violenza di genere scandagliata sotto tutti i punti vista, anche quei profili forse non abbastanza indagati (ad esempio la violenza anche delle donne sugli uomini oppure il ‘figlicidio’) con la criminologa Glenda Mancini, al convegno sui nuovi stili di vita, spesso rivoluzionari e per questo poco veicolati, raccontati dal missionario laico Adriano Sella. Oppure, ancora, la tavola rotonda sulle ragioni della “bellezza” nel mondo di oggi insieme all’arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, Monsignor Bruno Forte; e, poi, il tema della relazione tra bellezza e imprenditoria, in occasione dell’ultima conferenza di oggi. Partecipatissimi anche tutti i workshop sullo sport, sulla botanica, sulla spiritualità, i laboratori didattici che hanno avuto come protagonisti decine di bambini. Un ringraziamento molto fraterno va da parte di tutta l’organizzazione agli enti e alle associazioni che ci hanno supportato, al Comune di Chieti in particolare, così come alla Deputazione del Teatro Marrucino di Chieti che ci ha aiutato a risolvere con solerzia l’imprevista indisponibilità della struttura per lavori di ristrutturazione in corso. Un grazie speciale ai tanti nostri supporters locali, che si sono impegnati per aiutarci economicamente a portare a termine il festival: senza di loro la manifestazione non avrebbe avuto questo importante successo. Il festival – conclude Di Falco – nasce per diffondere un messaggio di speranza, che verrà riproposto anche l’anno prossimo con tante novità e una nuova tematica che sveleremo nel corso dei prossimi mesi”.
Un dibattito acceso e interessante quello che si è creato nel corso della presentazione del libro di padre Enzo Fortunato, “Francesco il ribelle”, che affronta la capacità carismatica, rivoluzionaria e resistente di San Francesco, e dal quale ha preso le mosse la successiva tavola rotonda “Bellezza è ribellione e imprenditorialità” (entrambi moderati dal docente di Sociologia e responsabile Ricerche sociali e comunicazione di Carsa Simone D’Alessandro). Insieme a fra Fortunato, anche due imprenditori abruzzesi, Giuseppe Ranalli, Ceo di Tecnomatic e Sergio Galbiati, presidente di L-Foundry: due esempi di vocazione che si completano; due uomini che si dedicano al prossimo scegliendo strade distinte ma che si incrociano. Due esseri umani alla ricerca della loro bellezza interiore ed esteriore che hanno osato dire dei “no” per sparigliare, per rovesciare le regole del gioco, per essere più “umani” e “umanisti”. Entrambi hanno raccontato la loro storia di imprenditori finiti nel vortice tremendo della crisi economica e imprenditoriale, dalla quale hanno saputo rialzarsi e, anzi, trasformandola in opportunità per un nuovo modo di fare imprenditoria pensando non a se stessi, al proprio personale tornaconto, ma a quello delle loro aziende, dei loro dipendenti e, perché no, a quanto le aziende possono fare di buono per il territorio. Galbiati e Ranalli sono accomunati dall’appartenenza alla fondazione Hubruzzo, la fondazione per l’industria responsabile che intende promuovere le eccellenze d’Abruzzo, nata dall’idea di 7 grandi imprenditori abruzzesi di coniugare sviluppo, crescita economica, rispetto per l’ambiente, per l’uomo e per la qualità del lavoro, sulla scia del pensiero olivettiano sempre attuale.
Una giornata finale di festa soprattutto per i più giovani, che nel corso della mattinata oltre a partecipare ai laboratori didattici interattivi, cimentandosi in attività “artigianali” e creative insieme agli Scout, alla Gifra (Gioventù francescana), al “Movimento per la vita”, alla scuola di recitazione e di musica “New art academy”, alle esperte di simbologia dell’arte Sabrina Iezzi e Anna Liberatore e all’Associazione “Tutti insieme si può”. Decine di persone hanno partecipato al tour tra le bellezze artistiche della città a cura della delegazione Fai di Chieti, per una visita guidata alla scoperta di alcuni lavori di Costantino Barbella e di Tommasso Cascella, dal titolo “Le bellezze svelate della città di Chieti” al Museo d’Arte “Costantino Barbella”.
Incredibile partecipazione anche alle due repliche pomeridiana e serale dello spettacolo “Sentimento” dell’Associazione teatrale di giovani attori “Shakespeare in converse”, scritto e diretto da Veronica Pace, al Teatro Supercinema di Chieti in prima nazionale. Spettacolo che racconta gli abissi dell’anima. La regista teatina ha svolto durante l’inverno scorso una “ricerca sul campo” di un mese alle Isole Eolie in Sicilia, traendo ispirazione dai luoghi delle isole dell’arcipelago, passando il tempo con i pescatori sulle loro barche, e innamorandosi della cultura marinara del posto, grazie all’accoglienza delle persone che hanno condiviso con lei storie di vita e di mare. Come ringraziamento, la regista e autrice ha dato i nomi delle persone che l’hanno accolta e guidata in questa sua permanenza sull’isola ai personaggi della sua storia. “‘Sentimento’ è uno spettacolo sul mare e sugli abissi dell’anima – spiega Pace – è la storia di un ricordo che nonostante l’avanzare dell’età non si è mai spento. E’ la storia di un vecchio pescatore che racconta favole alla nipotina, e così facendo ripercorre la sua vita: una vita di avventure, solitudine e libertà, dove il viaggio per mare è metafora del viaggio dentro di sé. E’ un racconto sul tempo che passa, sull’attesa e sulla libertà. Gli abissi del mare diventano specchio dell’anima, le sua profondità sono il pretesto per indagare i più oscuri meandri dell’animo umano, le proprie tempeste interiori”.