Non tutti sanno che Alberto Angela è vivo per miracolo. Sul set se l’è vista bruta ed ha sfiorato la tragedia: il suo racconto è da brividi.
Grande attesa per la nuova puntata inedita di Ulisse, che andrà in onda questa sera, lunedì 2 giugno, su Rai 1 in prima serata. Un appuntamento intitolato “Hiroshima e Nagasaki: i giorni che cambiarono il mondo” e che racconta le drammatiche conseguenze delle due bombe atomiche sganciate nelle due città giapponesi.
A raccontare gli avvenimento sarà, come sempre, Alberto Angela, che ha studiato una puntata speciale proprio in occasione degli 80 anni dal lancio delle bombe atomiche, avvenuto nell’agosto del 1945, decretando di fatto la fine della seconda guerra mondiale. Nel corso dell’appuntamento, verranno ripercorse le tappe più significative di una delle più grandi tragedie della storia del’umanità.
Quello che però non tutti sanno è che il divulgatore storico e scientifico se l’è vista brutta. Il conduttore ha rischiato di morire mentre era sul set, arrivando vicino a una vera e propria tragedia con la sua troupe. Le sue parole hanno lasciato i fan di stucco. Andiamo a vedere che cosa gli è successo.
Alberto Angela è un uomo da sempre molto riservato. È orgoglioso della sua famiglia, ma preferisce mettere da parte i suoi affetti personali e privati, mettendo al centro dell’attenzione solamente la sua carriera. Una scelta precisa, in quanto il suo desiderio più grande è sempre stato quello di tutelare moglie e figli dagli occhi indiscreti della ribalta.
Anche per questo motivo, in pochi sanno che Angela è stato a un passo dalla morte. Solo a distanza di tempo il divulgatore scientifico è riuscito a parlarne apertamente sapendo di aver evitato il peggio e che le cose potevano andare molto diversamente. A dir la verità, di episodi pericolosi sono stati più di uno, il primo risale a quando aveva 14 anni ed era all’estero con il padre.
All’epoca, Alberto era a bordo di un’auto guidata da un autista che guidava in modo spericolato e qualche tempo fa aveva rivelato di essersi spaventato da quella situazione, anche perché non aveva mai avuto esperienze simili. Una paura che è cresciuta ancora di più l’anno dopo, quando nel 1977 era in Indonesia e doveva raggiungere con la sua famiglia l’isola di Nias. In quell’occasione hanno attraversato il viaggio di notte in mezzo a una tempesta.
Ma questi due momento non sono stati niente rispetto a quello che ha dovuto affrontare più di recente, precisamente nel 2002 in Niger quando lo hanno rapito. In questa occasione, infatti, Angela ha rischiato di morire mentre era insieme alla sua troupe. A raccontare l’episodio è stato il diretto interessato in una lunga intervista.
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Il momento peggiore per Alberto Angela è arrivato all’inizio del nuovo millennio. Era il 2002 quando è stato rapito con la sua troupe in Niger. Il conduttore ha ripercorso quel drammatico evento in una intervista rilasciata al settimanale DiPiù, dove ha raccontato nel dettaglio come sono andate le cose.
Angela ha spiegato che lui e la sua troupe non avevano sconfinato ed erano su un percorso noto tra Algeria e Niger, che gli avevano assicurato che fosse tranquillo e frequentato dai turisti. Appena arrivati nel territorio nigeriano, dopo circa 50 km in pieno deserto si sono ritrovati degli uomini con turbante e occhiali da sole, pistole alla mano e kalashnikov che li hanno intimati di arrestarli.
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Per il divulgatore e la sua troupe è stato un momento molto complicato e pieno di terrore. Sono stati rapiti per 15 ore in cui sono stati picchiati, minacciati e derubati di ogni cosa: soldi, attrezzature, fedi nuziali, cellulari, orologi, bagagli. “Sono state quindici ore da Arancia meccanica, da condannati a morte. – ha detto il conduttore – Sempre sul filo di una tortura psicologica. Questo ti porta a fare un bilancio della tua vita e ad amarla ancora di più”,