Francavilla al Mare. È stata inaugurata lo scorso lunedì 25 agosto, nella sala Ovale del Palazzo Sirena in Francavilla al Mare, la mostra fotografica intitolata “Luci su Francavilla e Pescara – Immagini in Motus”.
“La fotografia è il momento in cui viene esternata un’emozione – ha spiegato il critico Ettore Bucci – Francesco Paolo Michetti è stato anche un grande fotografo. C’è un connubio tra arte e fotografia, questa cosa viene perpetrata nel tempo, si dà un’interpretazione che è propria. Non ho mai partecipato a mostre di fotografia, forse è per questo motivo che quello che vedo mi entusiasma”.
L’evento, vuole, tramite i 47 scatti d’autore in mostra, alla riscoperta di Francavilla e Pescara, mettendo in luce alcuni angoli caratteristici delle due città. La mostra è visitabile tutti i giorni dalle 21,00 a 0,00. Fino alla prossima domenica 31 luglio. Sono stati fotografati, i luoghi simbolo delle due città (a titolo esemplificativo: per Pescara, Ponte sul mare, Nave di Cascella – per Francavilla, Pontile, Museo Michetti, Monumento ai caduti). L’evento è realizzato dalle associazioni Motus e Scrivere con la luce del presidente Giovanni Orlandi, con il patrocinio del Comune di Francavilla al Mare e in collaborazione con lo studio fotografico Le foto di Giò.
“Sono molto contento di questo evento – ha detto il presidente della Motus, Michele Accettella, nel corso della cerimonia di inaugurazione – perché coniuga l’arte con le bellezze del territorio. Nelle foto esposte si ha la percezione di area metropolitana, quindi si nota cooperazione. Siamo molto contenti della collaborazione con l’associazione Scrivere con la luce. Noi siamo un gruppo di professionisti in cui ognuno dà il suo”.
“Ringrazio Michele Accettella che ci ha dato la possibilità di entrare in contatto con il Comune di Francavilla che ha appoggiato l’evento – h aggiunto il presidente dell’associazione Scrivere con la luce, Giovanni Orlandi – ringrazio anche i fotografi che hanno messo a disposizione le loro opere”.
Francesco Rapino
Foto gentilmente concessa da Raffaele D’Amario