Anche se l’emergenza sanitaria da Covid19 ha costretto il paese ad una guerra silenziosa contro un nemico invisibile, la scuola è rimasta la bussola per i ragazzi che, dallo scorso 4 marzo, non l’hanno potuta frequentare. La didattica a distanza, anche se tra alcune difficoltà, ha riunito virtualmente gli studenti garantendo loro il diritto allo studio.
“La socialità tra pari” è stato l’aspetto più penalizzato, secondo il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Falcone e Borsellino Teramo5, professoressa Maria Letizia Fatigati.
Per questo la scuola primaria di Teramo-Cona, appartenente all’IC Falcone e Borsellino Teramo 5, ha tentato di colmare questa carenza con il “Progetto Socialità”, che vede coinvolti i bambini delle sei classi ed “interpreta la stanza virtuale come luogo di scoperta e ricerca creativa, un momento per confrontarsi con l’altro, relazionarsi ed emozionarsi”. Le insegnanti, coordinate dalla fiduciaria di plesso Rosalba Di Marcello e dalla docente Francesca Di Domenico, hanno messo a punto delle attività didattico-interattive che, sotto forma di gioco, stimolano la socializzazione degli alunni, favorendo momenti di racconto e di ascolto di emozioni, di sensazioni, di stati d’animo.
“Giornalisti per un giorno”, ad esempio, ha visto coinvolgere i bambini nell’attività dell’intervista, dove una semplice matita si era trasformata in un microfono per fare domande al proprio compagno di classe e le bande internet hanno trasportato curiosità, sentimenti e pensieri personali di ogni alunno.
La prossima attività progettata è un “tour” dei musei virtuali per i bambini, passando attraverso qualche gioco di enigmistica e coding logico, per poi finire con una festa di fine anno, dove ogni alunno potrà portare un amichetto di peluche e salutare insieme questo anno scolastico, che “con impegno e grande capacità di adattamento, stiamo cercando di portare a termine nel migliore dei modi e nel rispetto delle complesse e delicate emotività dei più piccoli. Per natura la personalità e la creatività di tutti i bambini sono determinate dall’esigenza di vivere e confrontarsi con gli altri, e una scuola coraggiosamente umana fa anche questo, nella consapevolezza di una realtà modificata, cerca di cambiare affinché tutto resti come prima”.