L’Aquila. A 10 anni dalla scomparsa di Giorgio Gaber, l’Università dell’Aquila ne ricorda la figura di artista, ospitando mercoledì prossimo, alle ore 21, nell’Aula Magna del Dipartimento di Scienze Umane, lo spettacolo “Gaber se fosse Gaber”, scritto e interpretato dal giornalista Andrea Scanzi e proposto dall’Associazione “A.R.S. Suonoimmagine“.
La formula dell’incontro-spettacolo alterna ricordi personali legati a Giorgio Gaber con immagini e filmati anche inediti, nel tentativo di raccontare in 90 minuti ciò che è stato Gaber. L’evento, fortemente voluto dalla Fondazione Gaber, focalizza l’attenzione sulla figura scenica e sulla dimensione pubblica e privata dell’artista, dagli anni ‘60 in poi. Si riflette in particolare sul Gaber vero, quello del Teatro-Canzone, che ispirava a inseguire il dubbio e non la certezza, mettendo in discussione tutto, provocando il dibattito.
Gaber secondo Gaber è uno spettacolo che ha l’andamento di una lezione, capace di emozionare chi Gaber lo ha conosciuto e amato, coinvolgendo in particolare il pubblico giovane, che per questioni anagrafiche (1939-2003) non ha potuto conoscerlo. Dalla vasta produzione dell’artista, Andrea Scanzi ha scelto di soffermarsi soprattutto sulla stagione del Teatro-Canzone che ha caratterizzato tre decenni della sua carriera quando, in collaborazione con Sandro Luporini, cominciò a girare per i teatri d’Italia con l’intento di “buttare lì qualcosa”. Interrogativi più che risposte. Suggestioni esistenziali e ideologiche, sempre accompagnate dalla musica dal vivo, da una sua forte presenza scenica e da una sua originale capacità di comunicare insieme con la voce e con la mimica. Canzoni alternate a monologhi caratterizzati dalla lucidità profetica e dal gusto per la provocazione.