L’Abruzzo blues nell’ultimo lavoro di Adriano Tarullo-VIDEO

Adriano_Tarullo-_concerto_di_beneficienza_terremoto_FossaPescara. Quanto è blues l’Abruzzo? Il cantautore abruzzese Adriano Tarullo prova a scoprirlo con un album e un documentario che ripercorrono le canzoni popolari attraverso il riflesso della musica americana più viscerale.

La ricerca delle radici tradotta in un viaggio musicale che fa incontrare la vita, le persone e il loro modo di stare al mondo. Espressa in un album, ‘Anch’io voglio la mia auto blues’, e in un documentario, ‘L’Abruzzo dietro le quinte’.

Gli ultimi lavori del cantautore nostrano Adriano Tarullo ripercorrono le tracce del popolo abruzzese miscelando strumenti tipici e canti originali alle chitarre elettriche dei giorni attuali. Ormai chiaro che è l’Abruzzo è vero protagonista della nuova raccolta di inediti di Tarullo, in cui non mancano affatto rappresentazioni in chiave moderna di brani appartenenti alla tradizione popolare del nostro territorio, senza evitare persino un cantato dialettale. Nella track list de “L’auto blues” non figurano 3 canti originali abruzzesi riproposti nella loro autentica melodia ma arricchiti con arrangiamenti e contributi inediti scritti oggi a distanza di oltre 40 anni.

‘Lamenti’, messo alla luce da Ettore De Carolis e Donatina Furlone, in zona Val Pescara-Piano D’Orta, e ripreso successivamente da Michele Avolio dei Discanto. Oppure i brani “Cimirose” e Canto di mietitura’, suggeriti dall’etnomusicologo Domenico Di Virgilio che ha documentato questi canti nel libro Musiche tradizionali in Abruzzo. E la vera chicca preziosa è nascosta proprio in quest’ultimo brano dove sono riportate le registrazioni originali fatte da Diego Carpitella negli anni ’70 nella provincia di Chieti. Canti registrati da contadini tramandati di voce in voce nel tempo. Uno di questi sembra un vero e proprio sciamano della Majella, la cui melodia si è adattata ad un giro blues standard. Ed è così che tutto lascia pensare che questo genere musicale non sia unicamente cresciuto nei campi di raccolta del cotone e forse è così che alcune delle sue tracce più ricche siano arrivate a contaminare la nostra regione.

Mai sottotitolo fu più appropriato, ‘L’Abruzzo dietro le quinte’, per il breve documentario che racconta la lavorazione del disco, già disponibile negli store digitali, spaziando dalle vette e le capre di Ovindoli agli studi di registrazione.

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