Tortoreto. Una villa rustica che si estedeva per 3710 metri quadrati e dove si producevano più di 10.000 litri di vino fino al V secolo avanti Cristo. E’ il sito archeologico “Le Muracche” di Tortoreto,che dal 6 agosto alle 18 sarà aperto al pubblico.
La Soprintendenza per i beni archeologici dell’Abruzzo ha eseguito gli interventi di restauro dei mosaici e di ripristino idrogeologico a seguito dell’alluvione del 2011; l’Amministrazione Comunale di Tortoreto promuove la valorizzazione della domus del II secolo avanti Cristo con visite guidate a cura del Gruppo archeologico del medio adriatico.Le ricerche archeologiche condotte dalla Soprintendenza fin dal 1988-89 hanno rivelato che la villa rustica fu costruita secondo uno schema diffuso in età romana. Due parti ben distinte: la pars urbana, in posizione panoramica verso il mare, ospitava la zona residenziale con le stanze di rappresentanza e quelle private riservate al proprietario e alla sua famiglia. La pars rustica, facilmente accessibile dai campi, con i locali di servizio e di lavoro.Viticoltura e vinificazione erano le principali attività svolte nella villa, salvo l’utilizzazione finale del torcularium per la doppia spremitura di vino e olio. Contrastare la concorrenza dei vini importati da Spagna e Gallia giustifica l’ampliamento della villa in età giulio-claudia con l’introduzione di un nuovo vitigno e il protrarsi della produzione fino al V secolo dopo Cristo.Il percorso di visita è accompagnato da cartelli con testi e disegni che permettono la comprensione dell’articolata planimetria della villa rustica. Alle 18 è previsto il saluto delle autorità e la presentazione della Domus. Interventi di Sandra La Penna, della Soprintedenza per i beni archeologici per l’Abruzzo, Paola Di Felice, direttore del museo archeologico di Teramo, Luisa Migliorati, docente di archeologia presso l’Università La Sapienza di Roma; Leonardo Seghetti,docente dell’Università di Teramo; Marino Giorgetti,funzionario della Regione Abruzzo Alle 20 la visita guidata aperta ai cittadini. A conclusione la “Cena dell’antica Roma” a cura della condotta Slow Food della Val Vibrata.