Fabrizio Corona è a Lisbona, è stato convalidato l’arresto e da poco è iniziato il suo processo, lui barba incolta e viso provato dichiara fuori dal tribunale: “voglio essere giudicato da uomo libero, in un paese libero, secondo la carta dei diritti umani”.
La fuga rocambolesca da latitante di Fabrizio Corona dura cinque giorni, duemilacinquecento km percorsi su una Fiat 500, Corona fa perdere le sue tracce il 18 gennaio, avvistato per l’ultima volta in Corso Como in una palestra da lui frequentata. Se la fila da una uscita secondaria, sapendo di essere ricercato dalla polizia.
Inizialmente si dirige a Carpi presso degli amici, e proprio lì apprende la notizia che lo attendono le manette e il 5 anni di carcere. Gli crolla il mondo addosso, ma il dio denaro gli viene incontro, Fabrizio ha in tasca 30.000 euro.
Accompagnato da un suo collaboratore fidato sconfina in Francia, attraverso il Colle di Tenda evitando i punti di svincolo più in vista, come autostrada e strade principali.
La Fiat 500 non sopporta la neve senza le catene ed esce fuori strada, Corona viene soccorso da uno spazzaneve e dopo quattro ore viene rimesso in carreggiata, nessuno lo riconosce per cui è di nuovo in fuga.
Così Corona si dirige verso un amico 22enne che vive in Portogallo e al quale pare avesse dato il suo aiuto precedentemente a Milano. A Narbonne a metà strada tra Marsiglia e Barcellona rimane solo, percorrendo strade secondarie arriva a Cascais a 30 km da Lisbona.
Qui finisce la corsa di Corona il re dei paparazzi, la polizia che lo seguiva tramite GPS è già lì ad aspettarlo, Fabrizio entra nel commissariato solo.
Ora il giudice confermerà o meno l’estradizione, Fabrizio Corona potrebbe opporsi e ciò potrebbe allungare il suo tempo di permanenza in Portogallo fino a 30 giorni fino alla estradizione finale in Italia dove sconterà la pena.