Chieti. Domenica 10 dicembre alle 17.30si chiude la Stagione Lirica 2017 del Teatro Marrucino di Chieti con “Giove a Pompei”, opera scritta da Umberto Giordano ed Alberto Franchetti su libretto di Luigi Illica ed Ettore Romagnoli.
Il Teatro Marrucino e il Teatro “Umberto Giordano” di Foggia, con la collaborazione delConservatorio di Musica “Umberto Giordano”di Foggia, restituiscono al pubblico un’operache, a causa di un incendio nell’archivio di Casa Ricordi,non è più stata rappresentata integralmente,dopo la prima esecuzione nel 1921, fino al maggio di quest’anno, quando ha riscontrato a Foggia un grande successo.
Come ha sottolineato il Sindaco di Chieti Umberto Di Primio nel corso della Conferenza stampa tenutasi oggi, “la messa in scena di “Giove a Pompei” dà prova del ruolo fondamentale che le reti tra le Istituzioni culturali rivestono nella valorizzazione dello straordinario patrimonio identitario italiano, di cui la tradizione lirica è parte essenziale ed imprescindibile, come volano di sviluppo sociale ed economico”.
“A conclusione di una Stagione lirica di grande successo – ha continuato il Consigliere d’Amministrazione della Deputazione Teatrale Paolo De Cesare – con la rappresentazione di “Giove a Pompei” il Teatro Marrucino conferma il suo impegno nella promozione di opere meno note al grande pubblico, che già dallo scorso anno ha consentito la realizzazione de “La Scuola de’ Gelosi” in coproduzione con la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi e la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino”. Come ha dichiarato il Consigliere d’Amministrazione della Deputazione Teatrale Annalisa Di Matteo «le celebrazioni del Bicentenario sono, per il Teatro Marrucino, un’irripetibile occasione per celebrare i grandi protagonisti della storia dell’opera lirica». Non poteva quindi mancare, in questo contesto, un tributo al celeberrimo Umberto Giordano in occasione del 150° anniversario della nascita, «per le cui Celebrazioni – aggiunge il Direttore Artistico della Stagione Lirica del Teatro “Umberto Giordano” di Foggia Dino De Palma – il Ministro Franceschini ha istituito un’apposita Commissione”.
“La messa in scena di “Giove a Pompei”, che può ora diventare parte del repertorio dei teatri di tutto il mondo grazie ad una nuova edizione realizzata da Ricordi, – continua Dino De Palma –assume una notevole valenza sul piano musicologico e consente di valorizzare e riattualizzare un’opera sconosciuta al grande pubblicoma particolarmente innovativa sul piano della partitura e del linguaggio”.
“Giove a Pompei” rievoca in chiave satirica la distruzione di Pompei del 79 d.C. L’eruzione del Vesuvio viene attribuita al volere degli Dei, indignati dal fatto che i pompeiani, in mancanza di reperti archeologici, abbiano osato seppellire i simulacri divini per poi fingere di rinvenirli nella lava.
Nata nell’epoca delle Avanguardie Storiche, la commedia musicale di Umberto Giordano ed Alberto Franchetti sottende, dietro l’ambientazione classica, riferimenti che trascendono qualsiasi collocazione temporale e risente dello straordinario fervore culturale ed artistico che ha contraddistinto la società europea dei primi decenni del XX Secolo. Da qui deriva l’originalità dello stile narrativo e musicale, abilmente valorizzata dalla regia di Cristian Biasci, il quale nel descrivere la messa in scena ha sottolineato «l’approccio filologico che è stato adottato con l’obiettivo di restituire la grande complessità dell’opera». “Giove a Pompei” è infatti, come ha detto lo stesso Biasci “un’opera di difficile definizione, che sul piano stilistico assorbe le suggestioni del teatro di varietà, nato proprio agli inizi del XX Secolo, mentre sul piano dei contenuti mescola ad una comicità che evoca il gusto del grottesco tipico della cultura latina ad espliciti riferimenti alle tensioni sociali degli anni Venti”.
Francesco Gorgoglione, che insieme agli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Foggia è autore delle scenografie, ha evidenziato l’originalità dell’allestimento, che si contraddistingue per un “approccio multisensoriale che suscita la partecipazione emotiva del pubblico, reso possibile dalla stretta collaborazione con Raffaele Fiorella, che ha curato la progettazione video, e con Michele Del Prete, a cui si devono gli effetti sonori di grande raffinatezza”.
Cristian Biasci e Francesco Gorgoglione, docenti dell’Accademia di Belle Arti di Foggia che nella loro carriera hanno saputo coniugare l’esperienza di regia con la ricerca nel campo delle arti visive e, non ultimo, con l’impegno nella formazione delle nuove generazioni di artisti, hanno sottolineato che la produzione di “Giove a Pompei” è il frutto di un grande lavoro di squadra, che ha visto impegnati grandi professionisti insieme a giovani e promettenti allievi che sapranno di certo mettere a frutto il bagaglio di conoscenze e competenze acquisite attraverso questa esperienza.
Cristian Biasci ha infine ricordato che la Direzione d’Orchestradi “Giove a Pompei” è affidata a Gianna Fratta, che per i suoi meriti in campo musicale è stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana, mentreAgostino Ruscillodirigerà ilCoro Lirico Pugliese. Nel cast vocale vedremo Daniela Bruera, Angela Bonfitto, Sergio Vitale, Leonardo Gramegna, Matteo D’Apolito, Francesco Pittari, Italo Proferisce, Graziano De Pace eOrazio Taglialatela Scafati, che saranno in scena con gli attori Bianca D’Errico, Simona Ianigro, Raffaele Curcetti,Riccardo Iezzi, Alfonso Libertino e Michele D’Errico, a cui saranno affidate le ampie parti recitative. I movimenti coreografici sono curati da Giada Ordine, i costumi dalla Sartoria “Shangrillà” di Diego Pecorella, il disegno luci si deve invece a Massimo Russo.
Conclusa la Stagione Lirica, il Teatro teatino darà inizio in gennaio alle Celebrazioni per il Bicentenario, che tra l’altro hanno appena ottenuto il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali: grandi concerti, nuove produzioni, ma anche convegni, esposizioni e momenti d’approfondimento, segneranno le tappe di una lunga festa del teatro e della musica. L’obiettivo non è soltanto ripercorrere la prestigiosa vicenda artistica che ha reso il Marrucino fulcro e memoria tangibile della vita culturale abruzzese, ma anche coinvolgere il pubblico in una grande riflessione collettiva sul ruolo dello spettacolo dal vivo come paradigma dell’identità italiana.