Montesilvano. Circa 1000 tra specialisti, universitari e ospedalieri, ed operatori del settore medico farmaceutico giunti a Chieti e Pescara da domani al 20 ottobre 2012, per l’11° Congresso Nazionale della SIMIT, al Palazzo dei Congressi d’Abruzzo di Montesilvano, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali con il patrocinio del Ministero del Salute.
Saranno prevalentemente trattati temi di clinica e di terapia delle principali sindromi e malattie infettive, con l’obiettivo di fornire una risposta concreta alle esigenze affrontate ogni giorno sul campo. Terapia e la gestione delle infezioni batteriche difficili, nuovi approcci nella gestione delle infezioni croniche da epatite HCV, la recrudescenza della tubercolosi sempre meno sensibile all’azione degli antibiotici. Accanto a questi, temi di politica sanitaria, opportunità d’intervento clinico e di governo clinico offerti dalla disciplina, nuove possibilità di ottimizzare la spesa in campo sanitario, ricerca scientifica, con giovani protagonisti, ma anche organizzazione dei servizi. L’infezione da HIV resta argomento di alto rilievo per il Congresso Nazionale della SIMIT. Analogamente, la tumultuosa evoluzione delle conoscenze in campo epatologico ed il peculiare ruolo degli infettivologi in questo ambito sarà al centro dell’attenzione in simposi, sedute di comunicazioni e tavole rotonde.
“E’ questo l’appuntamento più atteso e rilevante dell’anno in materia di malattie infettive – sottolinea Orlando Armignacco presidente della SIMIT – una specialità che merita l’attenzione dovuta a causa del proliferare delle patologie nella popolazione mondiale, anche negli stessi ospedali”.
“I grandi progressi della Medicina di questi ultimi anni in campo oncologico, chirurgico e dei trapianti ha fatto si che sempre più numerosi siano i pazienti che possono sopravvivere a patologie fino a qualche anno fa ritenute incurabili. Inoltre, l’allungamento della sopravvivenza ha portato il medico a doversi confrontare con soggetti sempre più anziani e con diverse malattie legate all’età. Tutti questi pazienti definiti ‘fragili’ spesso vanno incontro a infezioni che, per le condizioni di grave compromissione delle difese immunitarie, sono difficilmente controllabili e possibile causa di morte. A rendere ancora più complesso questo quadro – conclude il professor Massimo Andreoni, docente a Tor Vergata e prossimo presidente eletto SIMIT – sono le segnalazioni sempre più frequenti di microrganismi, presenti soprattutto in ambiente ospedaliero, che hanno sviluppato caratteristiche di resistenza agli antibiotici e quindi di difficile trattamento. In questo complesso scenario è indispensabile una collaborazione multidisciplinare in cui lo specialista di malattie infettive riveste un ruolo fondamentale nel delineare il percorso di diagnosi e cura”.
Nel corso del Congresso, sarà ricordato un grande italiano Fernando De Ritis, professore universitario e ricercatore nato 101 anni fa nel piccolo comune di Fara in Abruzzo. Fu direttore dell’Istituto di Specializzazione di Medicina Interna, rappresentante per l’Italia all’Organizzazione Mondiale della Sanità per lo studio sull’epatite virale e scopritore nel ’55 delle transaminasi. I suoi studi lo portarono, nel 1973 (quando Napoli era messa in ginocchio dal colera) a diventare ricercatore responsabile dell’infezione. Nel 1969 fu insignito della medaglia d’oro al valor civile per la Salute Pubblica ed il suo nome fu associato, in letteratura medica, all’ Indice De Ritis, importante indice prognostico nei casi di epatite virale, tuttora ampiamente usato.