Una storia tutta in salita quella dell’associazione che, nata per promuovere cultura in città, ha attraversato numerose tribolazioni, condizionata da diverse ordinanze di chiusura, che l’hanno costretta più volte a rivedere l’organizzazione delle proprie iniziative.
“In questi anni”, spiega il presidente Giorgio Giannella, “quando è stata data occasione, tra un’ordinanza e l’altra, abbiamo cercato di svolgere il nostro scopo sociale guardando avanti, proiettando il nostro agire negli anni futuri costantemente attanagliati nella precarietà del presente”.
Ma le difficoltà non sono di certo mancate con tre obblighi di chiusura della sede di via Vezzola negli ultimi 2 anni (di cui la prima di 3 mesi, la seconda di 1 mese, e l’ultima di 5 mesi) che per una attività al coperto, hanno corrisposto ad un anno di mancato lavoro. Decisioni, alcune, che potrebbero anche far pensare ad una sorta di accanimento contro l’associazione.
“Nove mesi di chiusure non continuative ma tutte chirurgiche”, conferma Giannella, “giunte ad orologio per vanificare tutti gli sforzi svolti per rialzarsi. In questa occasione siamo stati in silenzio rispetto alle manifestazioni svolte in passato o ai ricorsi al tribunale amministrativo perché dinanzi all’emergenza sisma, all’emergenza maltempo, all’emergenza idrica, alle difficoltà di un intero territorio abbiamo pensato di interpretare il nostro ruolo in maniera diversa. Riapriamo con molti dubbi e molte incertezze sul domani consapevoli che le condizioni non sono mai state favorevoli ma convinti dell’esigenza di vivere la nostra città oltre la nostra città”.