Nato come raggruppamento di associazioni, gruppi sportivi, società, con l’intento di favorire lo sviluppo della mobilità sostenibile, la conoscenza e la valorizzazione del nostro territorio, il CCiclAT dal 2008 opera in provincia di Teramo, e non solo, con manifestazioni, convegni, pubblicazioni, offrendo supporto ad enti e associazioni che vogliano operare nel campo della mobilità ciclistica.
Attualmente i temi della mobilità e dello sviluppo urbano sostenibili sono sempre più dibattuti in ogni campo della società civile rappresentando il futuro delle nostre città. La bicicletta, mezzo “povero” alla portata di tutti, non inquinante, utilizzato sia per sport che per svago, diventa l’uovo di colombo per una crescita “a misura d’uomo” del nostro territorio. Notevoli sono le potenzialità sia come alternativa al trasporto urbano su gomma, sia per lo sviluppo di un turismo alternativo, che nei paesi del nord Europa muove capitali consistenti. Purtroppo le nostre città sono concepite per le auto, ma sempre più avanza una nuova consapevolezza sulla necessità di cambiare rotta e strategie per uno stile di vita più sano per tutti.
Ed il Coordinamento vuole contribuire, insieme ai suoi associati, a far si che le amministrazioni ed i singoli si muovano in tal senso, uscendo dalla logica dei singoli eventi, certamente utili per sensibilizzare i cittadini, ma che spesso si rivelano sterili spot propagandistici di azioni che non si mettono mai in atto.
Pertanto, forte delle sue 59 associazioni aderenti, il Coordinamento, anche in vista della “Giornata nazionale della Bicicletta”, che si terrà l’8 maggio, invita tutti gli Enti a voler mettere in campo interventi concreti che favoriscano l’uso della bici, in ambiente urbano ed extraurbano, per spostamenti casa-lavoro, casa-scuola, per ciclosturismo e per sport. Interventi che non si limitino a “festeggiare” la bicicletta una o due volte l’anno, ma che permettano di rendere le città a misura d’uomo, con percorsi protetti e dedicati e politiche di mobilità sostenibile, diminuendo l’inquinamento atmosferico e riconsegnando ai cittadini spazi ora “rubati” dall’automobile.