Soprattutto il comitato dichiara di volere che l’8 marzo sia il giorno delle donne dell’Aquila, giovani ed anziane, che dopo il terremoto non si sono mai arrese, ma che hanno lottato contro la disgregazione, continuando a curare gli affetti, le amicizie, i legami sociali. “Hanno animato i movimenti cittadini per la ricostruzione” sottolinea, “hanno svelato ogni giorno le menzogne dell’informazione-spettacolo che esaltava la bravura del “capo” e dimenticava di raccontare la fatica quotidiana di vivere in un territorio devastato, senza servizi, senza luoghi di vita collettiva. Nessuno sa cos’è la precarietà più di queste donne che hanno perso la casa, i ricordi, il lavoro; perciò le voci delle donne Aquilane si uniscono oggi a quella di chi manifesta nelle piazze per chiedere lavoro, dignità, possibilità di progettare un futuro per sé e per l’Italia. Vogliamo un paese capace di raccontare e valorizzare la fatica e la forza delle donne. E’ tempo di riprendere nelle nostre mani il destino della nostra città e il filo conduttore delle nostre vite”.