Promosso nell’ambito della rassegna “Note di Parole”, il recital racconta la tragica vicenda di Marcinelle, nel suo cinquantenario. La narrazione è affidata ad un personaggio immaginario, in un viaggio dalle cime sognate della Majella alle “taglie” della miniera di Marcinelle.
“Mille metri sotto terra” recitano le note dello spettacolo “è un silenzio rotto in tanti piccoli pensieri, ma non è solo la testimonianza cruda di una denuncia civile, vuole essere qualcosa di più: la storia dell’anima trascinata a forza verso il più tragico dei destini, come in una sorta di percorso obbligato.
L’infanzia in campagna, il servizio militare tra gli alpini, il sapore di casa come elemento distintivo e identificativo, l’intensità e la purezza del suo primo amore e poi l’unica scelta possibile: il lungo viaggio in treno fino a Milano per le visite mediche e poi a proseguire fino a Charleroi, in Belgio. I massacranti turni di lavoro in anguste taglie di 80 centimetri a oltre mille metri sotto terra e poi quel terribile 8 agosto del 1956, un’improvvisa luce ed il ritorno/non ritorno a casa, in un percorso obbligato a ritroso, le oltre cento bare disposte di fronte alla cattedrale di Pescara, nel giorno dei funerali e gli occhi presenti/assenti di chi può rendere testimonianza anche di questo ultimo atto. Il tutto attraverso una intensa narrazione, dove la storia vissuta si alterna in un gioco di chiaroscuro, con la storia scritta, in un ricordo perpetuo ed eterno.