Chieti. Prende avvio la stagione lirica al teatro Marrucino di Chieti. Si partirà domani, giovedì 16 dicembre, alle ore 21, con l’opera “Nabucco” con musiche di Giuseppe Verdi.
“Per domani sera e per il 17 abbiamo problemi di posti – ha affermato il sindaco di Chieti Di Primio – nel senso che abbiamo riempito tutti i posti e facciamo fatica a mandare indietro tutte le persone che ci chiedono i biglietti. Questa è una grossa soddisfazione per il Marrucino. Questo significa che le qualità che abbiamo messo in campo, visto il poco tempo e le scarse risorse, hanno prodotto buoni risultati. Questo è un motivo di grande orgoglio e soddisfazione. Al teatro entrano 400 – 450 persone al massimo e bene o male sono sempre le stesse che lo frequentano. Però tutte le persone a Chieti vedono il teatro come una casa propria. Questo significa che il teatro è entrato nel cuore di tutti i cittadini. Ringrazio il professor Anfuso per il suo lavoro di queste settimane. E’ una persona genuina e disponibile”.
Il professor Giovanni Anfuso a cui ha fatto riferimento il sindaco Umberto Di Primio è il regista dell’opera che aprirà la stagione lirica del Marrucino. Proprio quest’ultimo ha voluto precisare: “Volevo fare notare quanto sia complessa la situazione teatrale italiana. Le difficoltà le abbiamo avute. Altrove ci sono tanti amici e tanti colleghi che sono in grave difficoltà. Quindi va il mio riconoscimento a tutte le persone che si sono adoperate per questo teatro. La rappresentazione che noi vogliamo mettere in scena, riguarda tutti i momenti del quotidiano. Voglio pensare agli extracomunitari che lasciano la loro terra ed in quel momento sarebbe appropriato un “Va pensiero”. C’è bisogno di un momento comunitario, di un momento collettivo quale il teatro è. Ogni volta che il potere dell’uomo si scontra con il potere di Dio, succede qualcosa di grave. Questo è quello che “Nabucco” vuole rappresentare. Una cosa che mi preme notare è il coinvolgimento del territorio che è stato dell’intero Abruzzo. Questo penso che possa essere un momento di fecondazione”.
Francesco Rapino