Sulmona. Si potrà visitare fino al 3 giugno, nella sede della CGIL in Palazzo Corvi a Sulmona, la Mostra Fotografica di Alessandro Pace dal titolo “L’irrequietezza della sospensione”, che vuole ricordare all’intera Valle Peligna la pericolosità di un eventuale terremoto ad elevata magnitudo.
L’artista afferma: “Il lavoro descrive la situazione della città dell’Aquila dopo il terremoto del 6 Aprile 2009. Gli abitanti scomparsi, che hanno abbandonato improvvisamente le loro case, lasciano un vuoto che si imprime vivido nelle cose che rimangono e le rende autonome, animate dal soffio indelebile del ricordo, delle emozioni dell’ultimo istante. Il luogo lentamente trasfigura, va trasformandosi in qualcos’altro”.
La FILLEA CGIL della Provincia di L’Aquila vuole così contribuire al dibattito elettorale in occasione delle elezioni amministrative di giugno. Emanuele Verrocchi, Segretario Generale della categoria, dichiara: “A parte un paio di casi, leggendo i Programmi elettorali dei candidati a Sindaco di Sulmona e delle rispettive liste spicca la superficialità con cui si affronta la tematica della prevenzione sismica (se non addirittura l’assenza di riferimenti all’argomento). Soffriamo di memoria corta.
Il terremoto del 6 aprile 2009 deve invece insegnarci che questa è la priorità delle priorità. Il Programma di Mandato dell’Amministrazione Ranalli contemplava uno specifico capitolo sul rischio sismico, ma poco o nulla si è concretizzato. Sulmona non ha un funzionante Piano di Protezione Civile con relativa informazione alla popolazione e specifica cartellonistica né, tantomeno, una mappatura costantemente aggiornata del rischio in rapporto alla tipologia e all’epoca di costruzione degli edifici, almeno nel Centro Storico.
Perciò proponiamo al futuro Sindaco di avocare a sé una specifica delega in materia di prevenzione e mitigazione del rischio sismico per una vera presa in carico della problematica e per velocizzare l’azione amministrativa in merito. D’altronde il rapporto Barberi, scritto tra il 1995 e il 1999, è ancora lì: a Sulmona in media 1 edificio ogni 5 ha un grado di rischio alto, 1 edificio su 3 è a rischio medio-alto.
Affrontare queste criticità significa consegnare alle future generazioni una città più sicura e garantire, nel medio termine, una stabile occupazione nel settore delle costruzioni grazie ad interventi di miglioramento o adeguamento sismico. Non vorremmo, in caso di terremoto, un’altra L’Aquila”.