Torricella Peligna. “Era uno scandaloso dongiovanni quando c’erano delle signore, e anche se dentro di lui il fuoco era estinto, c’erano ancora dei carboni ardenti sotto la cenere, e ogni tanto un vento che diffondeva un profumo seducente faceva fumare le braci che emanavano un calore molto forte.” Così John Fante parla del padre in una lettera a Stan e Howard, nel febbraio 1954.
E la decima edizione del Festival “Il Dio di mio padre” è anche una celebrazione del legame di John con il padre, un legame che include il rapporto con l’Abruzzo, la sua terra natia. E in questa speciale edizione si incontreranno a Torricella Peligna Eugenio Finardi e Giancarlo De Cataldo, Teresa De Sio e Wanda Marasco. I tre finalisti dell’opera prima, Enrico Ianniello, Nadia Terranova e Mario Pistacchio con Laura Toffanello. E poi incontri sulla televisione con la presentazione del libro “Il segno del telecomando” di Proietti/Gianotti per RAI ERI. Sarà presentato, in anteprima, il documentario olandese, girato a Torricella Peligna, su Fante e il festival, dal titolo “Against a perfect sky”. E l’elenco di personaggi è lunghissimo con Francesco Mandelli e il suo “Osnangeles” e poi la tavola rotonda sulle “Migrazioni” in collaborazione con la Fondazione Luciano Russi.
Due mostre speciali arricchiranno la decima edizione: quella della grande fotografa italiana Maria Mulas “Ritratti di scrittori” e “L’emigrazione italiana in un bicchier di vino. Tra viti, vini e culture” a cura di Flavia Cristaldi, Sandra Leonardi, Delfina Licata – Società Geografica Italiana, Fondazione Migrantes, Sapienza Università di Roma.
Una tre giorni da vivere intensamente in nome di John Fante – sarà presente la figlia Victoria – della cultura e della letteratura che, come ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “aiuta ad attraversare la vita”.