Sant’Omero. Si è tenuto ieri, martedì 28 aprile, il primo incontro del ciclo “Le primavere rubate” quinta edizione della rassegna culturale “Mondo d’Autore”, iniziativa della Biblioteca comunale G. D’Annunzio di Sant’Omero, ideata e organizzata dalla direttrice Grazia Faillace.
Il tema di quest’anno è quello delle Primavere arabe, quell’insieme di vicende che dal 2010 hanno coinvolto alcuni paesi del Mediterraneo sovvertendo l’ordine politico e sociale sull’onda di spinte libertarie e democratiche.
La serata di ieri ha visto l’intervento di Marco Ansaldo, vaticanista e inviato de La Repubblica, Khaled Fouad Allam, sociologo dell’Università di Trieste e Bernard Selwan El Khoury, importante firma della rivista di geopolitica Limes.
Tutti e tre gli interventi non hanno potuto eludere la questione cruciale del terrorismo islamico dell’IS e del suo avanzamento attraverso frontiere che non sono più solo territoriali ma anche simboliche, cioè religiose, sociali e psicologiche.
È emerso il profilo di una Terza Guerra Mondiale già in atto, ma diversa e più raffinata rispetto alle guerre che l’Occidente ha conosciuto fino a oggi, perché non più soltanto confinata entro i limiti fisici di un territorio, ma ubiquamente diffusa nelle coscienze grazie allo sfruttamento sapiente delle nuove tecnologie.
Marco Ansaldo ha voluto sottolineare il ruolo chiave giocato dalla Turchia nella circolazione delle persone affiliate all’IS verso l’Europa, una responsabilità sottoposta alle oscillazioni di innumerevoli questioni politiche e diplomatiche che coinvolgono le grandi potenze europee, gli USA e il Vaticano. Ansaldo ha chiuso il suo intervento lasciando aperta la domanda se la Turchia abbia ancora un futuro in Europa e quale sarà il contributo che sceglierà di dare nella lotta al terrorismo.
Khaled Fouad Allam ha dato al suo discorso un’impronta sociologica e antropologica, spiegando al pubblico come è cambiato il modo di concepire e combattere la guerra nell’era digitale. La forza dell’IS sta nell’aver saputo creare una narrazione epica, costruita su un sistema di valori forti che ricorrono anche alle promesse mistiche di un mondo ultraterreno, capace di attrarre inesorabilmente le coscienze, soprattutto quelle dei più giovani.
Per spiegare cosa spinge queste persone ad abbandonarsi alle promesse dell’IS, aggiunge poi Bernard Selwan El Khoury, non si può non chiamare in causa la profonda crisi identitaria e morale che investe l’Europa e la rende incapace di proporre una contro-narrazione valida. Il problema, in fondo, è un problema di integrazione, non tanto etnica quanto, in modo molto più sottile, psicologica e culturale (e ritorna qui il concetto di frontiere simboliche).
Alla domanda se ci sia, e dove, una speranza di salvezza, Selwan El Khoury risponde “La speranza? È proprio qui, adesso, nella cultura, l’unico luogo in cui si può dialogare”.
Il prossimo incontro della rassegna, “I protagonisti del risveglio arabo: giovani, donne, social network”, si terrà martedì 5 maggio alle 18.30, sempre nella Sala Marchesale di Sant’Omero.