Chieti. Si terrà sabato 7 marzo alle 16, al Foyer del Teatro Marrucino di Chieti, la presentazione del libro del giornalista Antonio Di Muzio, “Il Teatro all’Aquila e in Abruzzo.
Tsa, Cronaca e Storia” edito da Ricerche&Redazioni di Teramo. Il libro dopo essere stato presentato due volte all’Aquila, approda a Chieti, una delle roccaforti dello Stabile Abruzzese, che molte volte ha proposto le anteprime delle sue produzioni. Senza dimenticare che lo storico Marrucino ha ospitato l’anteprima nazionale nel giugno del 1904 della Figlia di Iorio di d’Annunzio e i due atti unici di Flaiano, Il Caso Papaleo e La donna nell’armadio, prodotti nel 1996-97 dal Tsa. Due mostri sacri della cultura abruzzese e mondiale. La presentazione del libro sarà anche l’occasione per illustrare e commentare la nuova legge sui teatri che cambierà radicalmente l’accesso ai fondi. Per quanto riguarda il Marrucino quelli per la Lirica, settore per il quale il teatro teatino è capofila in Abruzzo e parte del centro Italia.
Alla presentazione intitolata “Marrucino e Tsa: crocevia di esperienze” parteciperanno il sindaco Umberto Di Primio, Paolo Roccioletti Presidente Cda Marrucino, Fabrizio Di Stefano Consigliere delegato al Marrucino, Remo Di Martino Componente Cda del Tsa, che daranno il loro saluto.
Poi ci sarà l’incontro con il maestro Germano Mazzocchetti, consulente artistico per la Prosa al Marrucino, lo storico Aurelio Bigi, e l’autore del libro Antonio Di Muzio. Modera il giornalista Walter Tortoreto.
Il libro traccia la storia dei teatri e del TSA, massimo ente teatrale regionale, fiore all’occhiello della cultura in Abruzzo e in Italia che ha da poco compiuto i 50 anni.
Il maestro Germano Mazzocchetti ha contraddistinto alcuni importanti spettacoli dello Stabile abruzzese, in particolar modo le musiche della Passione di Antonio Calenda che è stato rappresentato dal 1978 al 2000 in tutto il mondo e il Riccardo III con Glauco Mauri, per poi lavorare negli anni ’90 con Beppe Navello e Renato Nicolini. Aurelio Bigi, ex commissario straordinario al Marrucino dopo la lunga gestione del soprintendente Mario Zuccarini, nonché storico del teatro in città, ha caratterizzato la rinascita della Prosa dello storica struttura creando alla metà degli anni ’90, di concerto con il Tsa diretto da Federico Fiorenza, il Laboratorio scenico di arti teatrali con la scuola Silvio D’Amico che ha portato a Chieti i più grandi autori e attori. Walter Tortoreto, teatino di nascita, già docente dell’Università dell’Aquila, ha diretto la Scuola di cultura Drammatica all’Aquila dal 1975, ha collaborato a fondare insieme ad altri il Tadua (Teatro accademico dell’Università dell’Aquila) e come giornalista di Paese Sera e l’Unità ha seguito gli spettacoli degli anni d’Oro del Tsa negli anni ’60 e ’70.
L’opera monumentale – 688 pagine, con un corredo di 60 foto storiche, in gran parte messe a disposizione direttamente dal TSA – introdotta dalla scrittrice Dacia Maraini, con la prefazione del professor Ferdinando Taviani, si avvale anche di contributi di illustri studiosi, storici, personaggi e protagonisti di questa grande storia: Eugenio Barba, Antonio Calenda, Raffaele Colapietra, Umberto Dante, Grazia Felli, Gian Piero Fortebraccio, Silvia Giampaola, Fabrizio Pompei, Alessandro Preziosi, Armando Rossini, Francesco Sanvitale, Ferdinando Taviani.
Qualcuno ha già definito il volume come “l’enciclopedia del teatro abruzzese”, per la sua straordinaria capacità di narrare, in modo analitico e puntuale, la storia di un teatro e dei teatri del territorio, da Amiternum ai giorni nostri.
“La storia della maggiore istituzione culturale d’Abruzzo – dice Di Muzio – è conosciuta in tutto il mondo grazie a produzioni, spettacoli e protagonisti che hanno lasciato un segno indelebile. Il libro è il frutto di una ricerca durata 15 anni, che intreccia le storie del Tsa con il Tadua, l’Atam, l’Uovo e l’Accademia di Belle Arti, fino ai gruppi teatrali istituzionali e non istituzionali nati in modo spontaneo in Abruzzo. Il Tsa negli anni è riuscito a raggiungere città del Centro Italia che erano a digiuno di teatro e ha fatto aprire sale e strutture in tutto l’Abruzzo, nelle Marche, in Umbria, nel Molise e nel Lazio. I suoi spettacoli, che hanno lanciato artisti del calibro di Gigi Proietti, Piera degli Esposti, Ugo Pagliai, Paola Gassman, Sergio Rubini, Sergio Castellitto, Giancarlo Giannini, Glauco Mauri, e registi come Antonio Calenda, Aldo Trionfo, Giancarlo Cobelli, Alberto Gozzi e Carmelo Bene (che nel 1974 ha lavorato per la prima e unica volta con un Teatro Stabile pubblico) sono stati rappresentati in tutto il mondo”.