Da qualche settimana c’è un gruppo di persone che sta agendo in incognito per “riportare equilibrio” sociale
Quella di Robin Hood è una storia conosciuta e amata da generazioni. Non è solo una leggenda, ma una parabola sociale in cui un giusto sfida le ingiustizie del suo tempo, rubando ai ricchi per restituire ai poveri. L’arciere di Sherwood diventa così il difensore di chi non ha nulla, capace di prendere di mira il regno e le sue avidità. Oggi, un personaggio ispirato al leggendario fuorilegge sembra rivivere tra i vicoli e le piazze italiane, portando avanti una sua personale missione in difesa dei più fragili e contro la speculazione immobiliare.
In questa versione moderna della favola, il protagonista non veste di verde né lancia frecce contro gli oppressori. Eppure, l’intento dichiarato è quello di “riportare equilibrio” in una Roma dove il caro affitti e la corsa alla speculazione stanno rendendo la vita insostenibile a chi non può permettersi di stare al passo.
Nel mirino di questo Robin Hood romano ci sono i Bed and Breakfast, visti come simbolo di una “gentrificazione” che aumenta il costo della vita a discapito dei cittadini comuni. Un fenomeno che, per lui, si è aggravato con l’avvicinarsi del Giubileo, evento che attirerà milioni di turisti, con un impatto significativo sugli affitti brevi e sulle abitazioni.
Come agisce il “Robin Hood” romano
Il modus operandi del gruppo, attivo in zona Circo Massimo, è semplice ma efficace. Dopo aver preso di mira un Bed and Breakfast, i membri della banda forzano le cassette di sicurezza che custodiscono le chiavi delle stanze. Scassinando le serrature elettroniche, si impossessano delle chiavi e lasciano i clienti impossibilitati a entrare nelle loro camere.
Questo non solo crea un disagio agli ospiti, ma colpisce anche i proprietari, che spesso sono costretti a intervenire rapidamente per rimediare al danno. Al termine dell’operazione, al posto delle chiavi, lasciano un messaggio provocatorio, che spiega le ragioni del loro gesto.
Il biglietto, rinvenuto da diversi gestori, recita: “Questa è solo la prima azione contro il vostro giubileo dei ricchi”. Le parole non si limitano a una semplice minaccia, ma invitano la comunità romana a unirsi nella protesta: “Il sindaco Gualtieri dovrebbe stabilire un patto sociale per il Giubileo, fissando un tetto massimo per le proprietà adibite agli affitti brevi, fermando l’avidità dei grandi proprietari in difesa dei più fragili. Aiutateci a sabotare il ‘giubileo dei ricchi’ e opponiamoci alla speculazione per difendere il diritto alla casa. Costruiamo ‘il giubileo dei poveri’”.
Dietro a questo nuovo Robin Hood, c’è una visione in cui il Giubileo è visto non come una benedizione per Roma, ma come un’occasione per i grandi proprietari di aumentare i loro guadagni, spesso a discapito dei residenti più vulnerabili.
Un problema che molti attivisti denunciano da tempo e che ha sollevato numerose proteste, con richieste di regolamentazioni per contenere gli affitti brevi e proteggere il diritto alla casa. La protesta del gruppo, quindi, non è fine a sé stessa, ma sembra voler riportare l’attenzione su una questione sociale che il Giubileo rende ancora più urgente.