L’Abruzzo sempre in prima linea per aitare Kiev alla ripartenza dopo un periodo non facile. Ecco tutte le decisioni e cosa succederà in futuro
L’Aquila è pronta a scendere in campo per aiutare l’Ucraina. La guerra in quel territorio va avanti ormai da più di tre anni, ma si continua a pensare ad una tregua. Gli Stati Uniti sono da tempo al lavoro per trovare una soluzione e far smettere il suono delle armi. Naturalmente una volta terminato il conflitto, si dovrà iniziare a ragionare sulla ricostruzione e sulla ripartenza. Un lavoro molto lungo e che si prospetta non semplice.
L’Italia vuole avere un ruolo in prima linea. E per farlo il Comune dell’Aquila ha proposto il suo aiuto per garantire all’Ucraina una ripartenza importante. La provincia abruzzese in passato è stata costretta a ricostruire dopo il terremoto e quindi si è pronti a spiegare le modalità messe in atto. Per il momento la priorità è rappresentata dal fatto di arrivare ad un cessate il fuoco e subito dopo si penserà a come tornare alla normalità dopo un periodo non facile.
L’Aquila ha intenzione di aiutare l’Ucraina per la ripartenza. La città abruzzese sarà protagonista nella due giorni del 10 e 11 luglio prossimi che ha come obiettivo quello di trovare le giuste modalità per la ricostruzione di Kiev. Per il momento la strada è molto lunga e si deve arrivare ad un cessate il fuoco nel minor tempo possibile.
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“L’Aquila ha attraversato uno dei momenti più complicati nella storia recente del nostro Paese ed è stata costretta ad affrontare dei complessi processi di ricostruzione – il pensiero del sindaco Biondi – ed ora mettiamo a disposizione il nostro patrimonio di competenze, strumenti e soluzioni amministrative per contribuire alla ripartenza dell’Ucraina, partendo dal ruolo centrale che possono svolgere i membri“.
La volontà dell’Aquila è quella di dare una mano importante all’Ucraina. La strada per il ritorno alla normalità è ancora lunga e si deve arrivare prima al cessate il fuoco. Naturalmente subito dopo si dovrà ragionare su come ripartire. L’esperienza abruzzese è sicuramente d’aiuto anche se si ha la consapevolezza che il percorso è molto complesso e non sarà affatto semplice tornare in poco tempo a quella vita che ha preceduto l’inizio del conflitto.