Sentenza Turetta, drammatico ritrovamento. E la famiglia Cecchettin insorge

All’indomani della sentenza che ha condannato all’ergastolo Filippo Turetta, si è vissuta una giornata drammatica. Con clamorosi colpi di scena

La sentenza emessa ieri dal Tribunale e che condanna Filippo Turetta all’ergastolo, continua a far discutere. Oggi, mercoledì 4 dicembre, si è infatti vissuta una giornata ricca di colpi di scena: tra accuse, botta e risposta, post social al veleno della famiglia Cecchettin e minacce.

Turetta
Sentenza Turetta, drammatico ritrovamento. E la famiglia Cecchettin insorge – Ansa Foto – Abruzzo.Cityrumors.it

Andiamo per ordine. La famiglia della povera Giulia, è uscita allo scoperto, criticando la sentenza emessa ieri. A far discutere sono infatti le motivazioni che hanno portato all’ergastolo di Turetta. “Fa la differenza riconoscere le aggravanti, perchè vuol dire che la violenza di genere non è presente solo dove è presente il coltello o il pugno. Ma molto prima”. Elena Cecchettin insorge dopo la sentenza che ha condannato Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio della sorella. Non sono stati infatti riconosciuti l’aggravante della crudeltà e dello stalking

La condanna della famiglia Cecchettin: “Quante donne ancora non si salveranno?”

Non riconoscere quell’aggravante, secondo la sorella di Giulia , significa non solo mancare di rispetto alla famiglia. È “l’ennesima conferma che alle istituzioni non importa nulla delle donne”. Sei vittima “solo se sei morta, quello che subisci in vita te lo gestisci da sola”, ha scritto su Instagram, in una lunga storia che ha scatenato grande attenzione mediatica. La sorella di Giulia era già uscita più volte allo scoperto nelle scorse settimane.

Elena Cecchettin
La condanna della famiglia Cecchettin: “Quante donne ancora non si salveranno?” – Ansa Foto – Abruzzo.cityrumors.it

Ha ribadito il suo stupore per le motivazioni, rilanciando la tesi secondo la quale la violenza di genere “non è presente solo dove è presente il coltello o il pugno, ma molto prima”, è il suo pensiero: Elena conclude poi con una semplice domanda: “quante donne non potranno mettersi in salvo dal loro aguzzino se nemmeno nei casi più palesi viene riconosciuta la colpa?” 

I proiettili indirizzati al legale di Filippo Turetta

Ma le polemiche non si placano. All’indomani della sentenza è stata consegnata una busta con tre proiettili  allo studio dell’avvocato Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta. Il legale nel prendere la corrispondenza ha aperto una lettera, dentro la quale c’erano tre cartucce. Dopo aver verificato di cosa si trattasse, ha immediatamente contattato la questura, che ha fatto scattare le indagini: sul posto sono arrivati i responsabili delle forze dell’ordine e della Polizia Scientifica, che hanno immediatamente proceduto a tutti i rilievi, ispezionando la busta e  repertando anche le tre cartucce avvolte in un foglio di carta.

Turetta
I proiettili indirizzati al legale di Filippo Turetta – Ansa Foto – Abruzzo.cityrumors.it

I tre proiettili si trovavano all’interno di una busta bianca, che aveva una semplice affrancatura. Sulla busta era ben visibile l’indirizzo dello studio dell’avvocato Caruso, che si trova a Padova. All’interno del plico c’era anche un foglio bianco, senza alcuno scritto, che avvolgeva le tre cartucce. L’attività della scientifica è mirata a verificare l’eventuale presenza di tracce sulla carta, e contestualmente si cercherà di capire da dove sia avvenuta la spedizione.

 

 

 

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