Si sta rivelando più complicato del previsto risolvere un problema che sta rallentando l’attuazione di una nuova normativa per tutti gli istituti scolastici
Tutti i plessi scolastici nazionali si dibattono sempre tra mille problemi. Tra numero di aule a disposizione degli alunni, mancanza di professori di ruolo, che il più delle volte arrivano ad anno inoltrato, mancanza di personale di base all’interno degli istituti e strutture vecchie e malmesse, ora mancava soltanto il mancato adeguamento ai requisiti previsti dal nuovo Codice degli appalti, per creare altri problemi ai dirigenti scolastici o ai direttori delle scuole di ogni ordine e grado.
Per tutte le scuole si complica l’organizzazione delle uscite didattiche su più giorni, dei viaggi di istruzione e degli scambi culturali. A rendere la vita difficile alle scuole è una norma contenuta del nuovo Codice degli Appalti, in vigore dal 2023 che modifica sostanzialmente il modo di organizzare le trasferte che adesso devono seguire una regolare procedura d’appalto.
Tutti a casa
I viaggi di istruzione rappresentano un importante momento per gli studenti, offrendo loro la possibilità di imparare cose nuove vedendole con i loro occhi e al di fuori dell’abituale contesto delle aule. Inoltre, le gite scolastiche danno l’opportunità ai giovani di stare insieme e fare gruppo, rafforzando il concetto di classe e favorendo le relazioni tra coetanei. I cosiddetti campi scuola restano infatti da sempre forse il momento dell’anno scolastico più atteso dagli alunni, quello dove potersi allontanare, per qualcuno per la prima volta, dalla propria città, dal proprio paese, dalla propria casa e sentirsi così liberi da vincoli di orari, affrancarsi dal dover giustificare o motivare qualsiasi decisione ai propri genitori, fermo restando la figura di assoluta responsabilità che acquisisce il professore accompagnatore.
Ma questo anno scolastico potrebbe riservare una brutta sorpresa per tutte queste aspettative. I motivi sono da ricercare nella riforma del Codice degli appalti, approvata dal governo alla fine del 2022 e diventata operativa nel 2023, alla quale dovrebbero adeguarsi anche tutte le scuole italiane di ogni organo e grado.
Una nuova normativa
In pratica quest’anno per organizzare viaggi d’istruzioni per cifre superiori ai 140mila euro, con la nuova normativa, le scuole dovrebbero gestire la spesa attraverso un vero e proprio appalto pubblico, diventando stazione appaltante qualificata. Si tratta dell’obbligo dell’utilizzo del Mercato elettronico MePA per le gite scolastiche, introdotto dall’Anac, l’Agenzia Nazionale Anticorruzione. Questa però implica procedure lunghe e complesse alle quali numerosi istituti non potrebbero far fronte, soprattutto per carenza di personale, per di più qualificato in appalti pubblici. E per questo, molte scuole stanno giù rinunciando a organizzare viaggi e uscite didattiche. Fino allo scorso febbraio, l’Anac, su spinta delle famiglie e dei docenti contrariati, aveva in qualche modo “neutralizzato” con una deroga. Gli istituti scolastici, in pratica, hanno potuto continuare a procedere autonomamente con gli appalti indipendentemente dal valore degli affidamenti.
Ma dal mese di settembre tutto è diventato legge e nessuna deroga sarà più concessa. Si sta cercando una soluzione che non privi di questa esperienza i ragazzi in età scolastica, la competenza della questione è in mano al ministero delle Infrastrutture e del Trasporti, guidato dal ministro Matteo Salvini, di concerto con il ministero dell’Istruzione e del Merito. Una possibile via d’uscita potrebbe essere quella di affidare la gestione delle gare d’appalto agli Uffici Scolastici Regionali che verrebbero qualificati come stazioni appaltanti. Ma non sembra esserci il personale a disposizione per occuparsi effettivamente della questione per una cronica carenza di organico.