Il Sappe abruzzese protesta a Roma. Il segretario Ninu esclusivo: “Siamo stanchi e demotivati”

Il Sappe abruzzese a Roma per protestare contro le difficoltà che si registrano nelle strutture penitenziarie della regione. Il segretario Ninu in esclusiva ai nostri microfoni.

Dopo la manifestazione indetta davanti al carcere di Teramo nei giorni scorsi, il sindacato abruzzese della Polizia Penitenziaria in questo venerdì 3 maggio è venuto a Roma per ribadire le difficoltà che si registrano nelle loro strutture penitenziarie e sottolineare l’inadeguatezza del provveditore regionale.

Protesta Sappe
Il Sappe Abruzzo in protesta a Roma – abruzzo.cityrumors.it

Siamo stanchi e demotivati – il commento in esclusiva ai nostri microfoni del segretario Giuseppe Ninu – si stanno accentuando patologie serie che sicuramente non aiutano a sostenere un peso di questo genere. Naturalmente chi deve agire si guarda bene dall’affrontare una situazione di questo tipo. Infatti non ci sono le risorse umane e finanziarie e il sistema carcerario italiano è imploso. Ci vorrebbe un intervento strutturale di grande perso specifico, ovvero dovrebbe essere affrontato come una calamità naturale. Anche se poi sappiamo come va a finire in quelle circostanze“.

“Ridurre i tempi di formazione”

Protesta Sappe
La richiesta del Sappe Abruzzo – abruzzo.cityrumors.it

Il segretario Ninu chiede anche di ridurre “i tempi di formazione. Ai miei tempi con tre mesi di corso ti mandavano in carcere e lì ti formavi. Oggi con un trimestre di scuola, corso esclusivamente basato su tematiche giuridiche e tecniche si può tranquillamente avviare un nuovo agente nelle strutture penitenziarie dove completerà la sua professionalità con la vera pratica e non con i turisti in fase di tirocinio“.

Il numero uno del sindacato abruzzese della polizia penitenziaria sottolinea come “i detenuti che si macchiano di ulteriori reati all’interno del carcere, in primis con aggressione al personale, dovrebbero essere trasferiti in appositi istituti, lontani dalle proprie residenze e soprattutto con il taglio dei benefici. Sicuramente il fenomeno  aggressione diminuirà drasticamente. Inoltre quelli con patologie serie ed accertate devono essere trasferiti nei luoghi di cure. In carcere l’assistenza sanitaria è a dir poco inutile. C’è anche da dire che, a differenza di noi cittadini liberi, per i reclusi l’urgenza è d’obbligo“.

Impostazioni privacy