Jean-Marie Le Pen è morto a 96 anni. L’ex leader e co-fondatore del partito di estrema destra Front National si è spento a Garches
È morto all’età di 96 anni Jean-Marie Le Pen, ex politico francese leader e co-fondatore del partito di estrema destra Front National. Con questo partito riuscì ad arrivare al ballottaggio alle presidenziali del 2002, ma venne poi battuto da Jacques Chirac.
La notizia è stata data all’agenzia di stampa Afp dalla famiglia, attraverso un comunicato: “Jean-Marie Le Pen, circondato dalla sua famiglia e dai suoi amici, è stato richiamato a Dio alle 12:00 di martedì”. Jean-Marie Le Pen si è spento a Garches (Hauts-de-Seine), dove era ricoverato ormai da alcune settimane.
Sua figlia Marine Le Pen proprio questa mattina è rimasta coinvolta in un incidente a Mayotte (dove si trovava dal 5 gennaio per incontrare le vittime del ciclone Chido). La leader del Rassemblement National era a bordo di una chiatta che procedeva in direzione dell’aeroporto, quando questa si è schiantata con un’altra imbarcazione che procedeva in direzione opposta.
Tre persone sono rimaste ferite, tra queste non c’è Marine Le Pen, che è stata fatta evacuare su una nave della polizia.
Cosa lascia Jean-Marie Le Pen
Messaggi di cordoglio sono stati già condivisi sui social. Il deputato europeo e presidente attuale del Rassemblement National, Jordan Bardella, è stato uno dei primi in assoluto: “Jean-Marie Le Pen – ha scritto su X – è morto. Impegnato con la divisa dell’esercito francese in Indocina e Algeria, tribuno del popolo all’Assemblea nazionale e al Parlamento europeo, ha sempre servito la Francia, difendendone l’identità e la sua sovranità. Oggi penso con tristezza alla sua famiglia, ai suoi cari, e ovviamente a Marine il cui lutto va rispettato“.
La France Presse, invece, lo descrive così in un lungo articolo: “Eterno provocatore e pioniere dell’estrema destra europea […] tribuno senza pari, provocatore ossessionato dall’immigrazione e dagli ebrei, patriarca ostacolato dai suoi“.
A seguire nello stesso testo viene evidenziato come Le Pen abbia “fatto uscire l’estrema destra francese dalla sua marginalità durante una carriera politica che ha segnato la Quinta Repubblica“, durante la quale “non ha mai espresso alcun rammarico per i suoi eccessi” che gli sono valsi diverse condanne.
Tra le principali, ovviamente, la sua storica uscita sulle camere a gas, definite un “dettaglio della storia“. Ma nell’elenco figurano anche molte altre, come la “disuguaglianza delle razze“, passando per l’occupazione tedesca descritta come “non particolarmente disumana” o l’aggressione fisica di un oppositore socialista.