Google Maps finisce nel mirino della critica per aver condotto un gruppo di ragazzi alla morte, facendoli passare dove c’era un ponte
L’attenzione alla guida è uno dei presupposti fondamentali quando si sale in macchina. Un requisito fondamentale per il bene proprio, ma anche per quello degli altri, dove altri può essere inteso per chi viaggia insieme, ma anche per chi si trova intorno a noi. Un nostro errore può essere fatale e anche costare la vita.
Per questa e mille altre ragioni bisognare sempre stare sull’attenti, seguire i segnali, non distrarsi e prestare la massima cautela alla strada e a quello che accade su di questa. Quando si guida non esiste altro intorno, è necessaria la massima lucidità e non c’è spazio per alcun tipo di distrazione.
Non è chiaro se sia stata proprio una mancanza di attenzione a rivelarsi fatale per Kaushal Kumai, Vivek Kumar e suo fratello Amit. Una trio di amici che, in India, aveva noleggiato un’automobile per spostarsi nello stati di Uttarakhand per recarsi a un matrimonio al quale erano stati invitati da tempo.
Forse ancora in preda all’eccitazione per la festosità della giornata, però, il loro viaggio di ritorno è stato drammatico. Mentre tentavano, infatti, di raggiungere la propria abitazione un imprevisto si è posto letteralmente sulla loro strada causandone il decesso.
Il ponte era crollato
Impostato la loro destinazione su Google Maps, i tre si sono messi alla guida per tornare a casa. Il GPS, probabilmente non aggiornato, li ha messi però su una strada impercorribile che li ha portati dritti verso la loro morte. Non conoscendo la zona, infatti, l’autista si è fidato ciecamente della mappa, commettendo un errore fatale.
Questa, infatti, li ha portati su un ponte che di cui una forte alluvione aveva spazzato via la parte anteriore di quella struttura diversi mesi prima. Non consapevoli di quanto accaduto i ragazzi sono andati avanti finendo, però, in nel vuoto, cadendo in un fiume in secca. L’impatti si è rivelato fatale e la loro morte ha scatenato molte polemiche in India.
In tanti, infatti, hanno lamentato la mancata riparazione del ponte per tempo che ha contribuito all’incidente. Un funzionario locale, Ashutosh Shivam, ha ammesso che: “Potrebbero non esserci state abbastanza barriere e segnali di pericolo. Ma secondo quanto riferito, anche l’auto stava guidando troppo velocemente“.
Allo stesso modo un funzionario di Google, sentitosi chiamati in causa dal fatto che le tre vittime utilizzavano la propria applicazione, ha voluto far sentire la propria vicinanza ai familiari delle vittime: “Siamo profondamente solidali con i parenti” ha comunicato ai media locali.