Resta uno dei problemi più impegnativi che da anni flagella le nostre coste, nonostante l’impegno sempre più grande delle forze dell’ordine e le nuove leggi approvate dal governo
L’Italia è stata attraversata negli ultimi 30 anni da importanti fenomeni migratori che hanno determinato impatti sociali, economici e culturali profondi. Se nei primi anni ’90 la popolazione con cittadinanza di un paese straniero costituiva l’1,7% della popolazione totale, oggi questa percentuale è pari a poco meno del 10%. Le conseguenze politiche sono chiare e il tema immigrazione è diventato un argomento caldo del dibattito pubblico che ha spesso alimentato pulsioni xenofobe, sospinte soprattutto dai media e dai movimenti politici conservatori.
La normativa italiana sull’immigrazione è regolata da una legge del 1998 nota come Testo Unico sull’Immigrazione. Questo testo rappresenta la base giuridica per tutte le questioni relative all’ingresso, soggiorno e trattamento dei cittadini stranieri sul territorio italiano. Regole che riguardano il rilascio del permesso di soggiorno, obbligatorio per soggiorni superiori a tre mesi, che può essere rilasciato per motivi di lavoro, studio, protezione internazionale, famiglia o altre ragioni specifiche e le eventuali espulsioni previste per chi non rispetta le norme di soggiorno.
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Resta uno dei problemi più caldi degli ultimi decenni. Non c’è stato Governo che sia arrivato al Parlamento e non abbia dovuto affrontare questo tema. Il fenomeno migratorio resta infatti una delle questioni centrali del dibattito politico e sociale italiano. Ogni anno, decine di migliaia di migranti arrivano in Italia, spinti da conflitti, persecuzioni, povertà e cambiamenti climatici, che a causa della sua posizione strategica nel Mediterraneo si trova a gestire un fenomeno che coinvolge aspetti legali, economici e umanitari.
In occasione delle celebrazioni per i 173 anni dalla fondazione della Polizia, sono stati rilasciati anche i dati ufficiali riguardanti lo scorso anno sul numero di immigrati arrivati sulle nostre coste, attraverso le varie rotte che solcano il Mar Mediterraneo. Nel 2024, in Italia, sono arrivati 66.617 migranti irregolari dopo 1.742 sbarchi, un numero fortunatamente in calo rispetto agli ultimi anni, ma che comunque resta elevato e di non facile gestione.
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Grazie a una politica di accoglienza diversa e a un maggior controllo delle acque internazionali, il dato emerso dallo scorso anno rappresenta una diminuzione del 57,74% rispetto al 2023, quando erano stati registrati 157.651 migranti. Soprattutto viene segnalato un significativo calo del flusso degli sbarchi proveniente dalla Tunisia (-80,08% con 19.460 migranti sbarcati), dalla Turchia (-51,14% con 3.495 migranti sbarcati) e dalla Libia (-18,67%, con 42.279 migranti sbarcati) che ha interessato in maggior parte i cittadini di Marocco, Turchia, Siria, Kosovo e Afghanistan.
L’analisi dei dati evidenzia come il Mediterraneo rimanga un’area di transito cruciale per i migranti in cerca di una vita migliore e l’Italia resta comunque l’approdo preferito, ma anche ponte di sbarco per poi proseguire questi “viaggi della speranza” verso l’Europa centrale. La regione che resta sempre al primo posto come numeri di sbarchi resta la Sicilia, con ben 53.231 persone arrivate sulla terraferma. Tra le regioni italiane che sono comunque costantemente interessate dall’arrivo di questi immigrati troviamo ai primi posti ancora l’Abruzzo che, come lo scorso anno, resta approdo preferito per centinaia di clandestini. Nel 2024 sono stati 444 gli sbarchi sulle coste abruzzesi, in aumento rispetto al 2023.