È stato un Ferragosto di caos nelle carceri abruzzesi. Due episodi denunciati dal Sappe. Capece: “Serve un intervento per porre rimedio a queste falle”
Due giorni complicati nelle strutture penitenziarie abruzzesi. Tra il 14 e il 15 agosto un doppio episodio che conferma una situazione difficile nelle carceri della nostra regione. La denuncia è arrivata dal Sappe. Il sindacato della polizia penitenziaria ha svelato quanto successo in queste ultime ore negli istituti di detenzione, ma anche lanciato un nuovo grido di allarme e chiesto un intervento da parte del governo per mettere fine a tutti questi episodi.
“Aspettano forse che qualcuno lanci una pistola o succeda una tragedia per porre rimedio alle falle presenti nel nostro sistema? – si è chiesto Donato Capece, segretario del SAPPE – da tempo denunciamo inaccettabili violenze che si verificano nelle carceri italiani. C’è bisogno di potenziare gli uffici per l’esecuzione penale esterna attraverso le articolazioni territoriali della Polizia Penitenziaria, con personale formato e specializzato”.
Il primo episodio in ordine di tempo è avvenuto a Pescara. Nella giornata del 14 agosto alcuni detenuti di origine magrebina si sono barricati nella propria cella distruggendola e appiccando un incendio. Solo il tempestivo intervento degli agenti ha permesso di riportare la situazione sotto controllo e spegnere le fiamme.
“Durante il tentativo di riportare la calma in quella cella – precisa in una nota il segretario provinciale – sono stati aggrediti violentemente con graffi, pugni e calci oltre che colpiti da armi rudimentali. Poteva essere una tragedia, ma fortunatamente gli agenti hanno evitato conseguenze più gravi con il loro intervento“. Per gli uomini della Polizia Penitenziaria prognosi che va da oltre 30 giorni a 5.
Nessuna aggressione, ma ancora un cellulare in carcere all’ospedale di Teramo. Il segretario provinciale del Sappe, Giuseppe Pallini, ha denunciato l’utilizzo di un telefonino da parte di un detenuto magrebino all’interno della propria stanza detentiva del circuito media sicurezza. Anche in questo caso l’intervento da parte degli agenti è stato fondamentale per togliere il cellulare dalla disponibilità del detenuto. Il cui utilizzo poteva avvenire per compiere illeciti.
Due episodi che hanno portato il Sappe a ribadire la necessità di un intervento da parte del governo per cercare di rimediare a tutte le falle presenti nel sistema e dare una mano alla Polizia Penitenziaria a mettere fine a tutti questi illeciti che ormai sono all’ordine del giorno.