A porre i quesiti, intrisi di una vena sarcastica, è Riccardo Straccialini, consigliere comunale del M5S, che snocciola dati e riflessioni, non solo di natura politica, dopo aver appreso del percorso, tracciato dall’amministrazione comunale, di elaborare il piano della mobilità ciclistica, che passa anche sotto il nome di Biciplan.
Il riferimento, diretto, è ad un vecchio incarico, deliberato all’inizio dello scorso decennio (tra il 2010 e il 2011), con il quale veniva affidato un incarico di natura tecnica ad uno studio privato per redigere il piano della mobilità cittadina, per un importo di 15mila euro.
Lo studio fu concluso nel 2012 e, dopo essere stato presentato alla cittadinanza, fu definitivamente approvato nel 2013.
“Quel piano era stato redatto sulla base di dati ufficiali“, ricorda Straccialini, “degli incidenti stradali e di una serie di riscontri sulla percorribilità delle arterie cittadine.
Prevedeva rotatorie, percorsi alternativi rispetto alla stessa statale e al lungomare, prevedeva zona 30 su parte del lungomare e percorsi ciclo pedonali dedicati.
“Portava proposte di modifica alla viabilità ed alla mobilità pedonale e ciclistica, erano previsti sensi unici, piste ciclo-pedonali nelle zone centrali raccordate con quelle esistenti e disciplinava alcuni incroci, come per esempio quello che conduce a Tortoreto Alto e quello di via del Vascello”.
Tutto questo, però, è rimasto in un cassetto e quanto pare mai applicato.