Tortoreto. Una corona di fiori per ricordare il sacrificio del Generale di Brigata Enrico Riziero Galvaligi, barbaramente assassinato a Roma il 31 dicembre 1980 dalle Brigate Rosse.
Questa mattina, alle 11,00, il Sindaco di Tortoreto, Domenico Piccioni e il Comandante Provinciale dei Carabinieri, il colonnello Emanuele Pipola, hanno deposto il simbolico omaggio ai piedi del monumento alla memoria del Generale Galvaligi, nell’omonima piazza tortoretana, in occasione del 40° anniversario del vile attentato nel quale l’Ufficiale dell’Arma perse la vita.
Il Colonnello Pipola ha ringraziato il Sindaco Domenico Ppiccioni e l’amministrazione comunale per la sensibilità dimostrata nell’aver voluto celebrare, con un atto dall’alto valore simbolico, la ricorrenza.
Enrico Riziero Galvaligi, nato a Solbiate Arno (VA) l’11 ottobre 1920, decise di intraprendere la carriera militare nel 1939 e più tardi, all’età di 22 anni, entrò a far parte dell’Arma dei Carabinieri quale Ufficiale.
Durante la Seconda Guerra Mondiale combatté in Grecia e si distinse in Italia per i fatti sintetizzati nella motivazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare che gli fu conferita: “Durante un’azione di rastrellamento contro ribelli armati in terreno difficile e insidioso, cui aveva chiesto di partecipare volontariamente, sorpreso con pochi uomini dall’imboscata di un nucleo avversario, si spingeva innanzi da solo arditamente, riuscendo ad uccidere il capo della banda che tentava di sopraffarlo. Nell’aspro conflitto che ne seguì dimostrava intrepido valore, dando valido apporto, con l’aiuto di rinforzi sopraggiunti, alla sconfitta dei ribelli costretti alla fuga dopo aver subito ulteriori perdite. Licavizza Media di Chiapovano (Gorizia), 30 aprile 1943”.
Il 31 dicembre 1980, quando era responsabile della sicurezza nelle carceri, un ruolo ricoperto prima di lui da Carlo Alberto Dalla Chiesa, fu assassinato dalle Brigate Rosse. L’attentato al Generale Galvaligi maturò nel clima di violenza delle settimane che lo precedettero. Il 12 dicembre era stato rapito un magistrato, Giovanni D’Urso, dirigente dell’amministrazione penitenziaria al ministero di Grazia e Giustizia. I sequestratori chiesero, come contropartita per il rilascio, la chiusura del carcere di massima sicurezza dell’Asinara. E la ottennero. Ma contemporaneamente esplose la rivolta in un altro carcere di massima sicurezza, quello di Trani, dove i terroristi detenuti sequestrarono diciotto guardie prima che gli uomini del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri facessero irruzione liberandoli. Le Brigate Rosse decisero quindi di vendicare quella sconfitta e di attaccare il Generale Galvaligi, che aveva assunto in prima persona la direzione delle operazioni che portarono a sedare i disordini nel carcere di Trani.
Nel 1982 fu insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile “alla memoria” con la seguente motivazione): “Addetto all’Ufficio di Coordinamento dei Servizi di Sicurezza degli Istituti di Prevenzione e Pena, in un momento caratterizzato dal riacutizzarsi della violenza contro l’intero sistema carcerario da parte della criminalità eversiva organizzata, perseverava, nonostante le ripetute minacce a lui rivolte, nella propria missione con assoluta dedizione e sprezzo del pericolo, in difesa delle istituzioni e nell’interesse della comunità. Nel corso di proditoria imboscata, tesa con estrema efferatezza da gruppo di terroristi, veniva trucidato con numerosi colpi d’arma da fuoco esplosigli da distanza ravvicinata, sublimando col supremo sacrificio una vita spesa al servizio della collettività. Roma,31 dicembre 1980”.
Il 18 ottobre 2016 gli è stata intitolata la sede del Comando Provinciale Carabinieri di Gorizia e, il 30 ottobre 2020, quella della Stazione Carabinieri di Roma Trullo.