“La situazione del settore sanitario dell’INPS di Teramo continua ad essere drammatica”.
A lanciare l’allarme la direttrice provinciale dell’INCA CGIL di Teramo, Francesca D’Ambrosio ed il segretario provinciale della CGIL, Giovanni Timoteo.
“Infatti, nell’intera struttura provinciale, a seguito di trasferimenti, mancate assegnazioni ed assenze, di fatto, in organico c’è un unico medico (tra l’altro con solo il 33% dell’orario lavorativo da dedicare al territorio teramano) che deve occuparsi di tutte le pratiche che hanno attinenza con questioni sanitarie. Parliamo di assegni di invalidità civile, di invalidità contributiva, di inabilità e di tante altre pratiche per la cui definizione è necessario l’intervento del medico. Pratiche che, non venendo lavorate, causano forti ritardi o sospensioni nell’erogazione delle indennità previste per chi ne è titolare”.
E ancora: “Persone con problemi di salute che hanno diritto a somme e riconoscimenti che l’INPS dovrebbe erogare con tempestività. Quello che accade è l’esatto opposto: ci sono domande ferme dal 2021 (pare siano circa quattromila quelle relative all’invalidità civile e mille al settore previdenziale) senza la cui definizione diventa impossibile ottenere quel sostegno spesso fondamentale per avere accesso a diritti che consentano un’esistenza dignitosa. Non è la prima denuncia pubblica sulle carenze strutturali dell’INPS di Teramo, così come diverse sono state le sollecitazioni informali fatte nei mesi scorsi affinché si affrontasse il problema. Carenze che non riguardano solo il settore sanitario che ne è la punta dell’iceberg: pensionamenti e mancato turn over, hanno infatti reso fragile l’intera struttura che troppo spesso non riesce ad evadere le richieste che arrivano dall’utenza (basti pensare che il pagamento dei TFR dei dipendenti pubblici avviene mediamente con un anno di ritardo)”.
Per la Cgil, “nessuno pare interessarsene. Anzi, le direzioni regionali e nazionali INPS sembrerebbe abbiano in animo di rafforzare altri territori che non vivono queste sofferenze. Anche per questo facciamo questa denuncia pubblica, invitando le forze politiche e le istituzioni ad affrontare il problema e a sollecitare un adeguamento necessario di organici e professionalità presso l’Inps provinciale. Non è accettabile, su una tematica sociale di fondamentale importanza per la vita delle persone, che questo territorio rimanga indietro per i vuoti organizzativi di un servizio che non è in grado di raccogliere correntemente i bisogni e gestirli puntualmente. Ancora una volta, a pagare le carenze di un sistema tutt’altro che inclusivo, sono i soggetti più fragili: in questo caso quei malati che dovrebbero trovare nell’INPS un alleato, ma che invece si trovano di fronte solo burocrazia, ritardi, porte chiuse e una politica che spesso si prefigge formalmente che “nessuno sia lasciato indietro”, dimenticando che in questa direzione sono necessari un impegno costante ed azione concreta e verificabile”.