L’uomo era finito a processo al termine di un’indagine svolta dagli agenti della Questura di Teramo e avviata lo scorso maggio.
Secondo l’accusa il 37enne, dopo aver chiamato la vittima al telefono ed essersi spacciato per maresciallo dei carabinieri gli avrebbe riferito che la figlia era in ‘stato di fermo’ in caserma in quanto durante un controllo la sua auto era risultata sprovvista di copertura assicurativa.
Un fermo al quale, secondo il finto carabiniere, sarebbe seguito un processo penale per ‘direttissima’ ed il ritiro della patente qualora non fosse stata immediatamente versata la somma di 4mila euro quale sanzione sostitutiva.
A quel punto la vittima, credendo alle parole dell’uomo, si era precipitato in banca a ritirare la somma e successivamente aveva ricevuto a casa la visita del truffatore che, spacciandosi questa volta per l’avvocato d’ufficio della figlia, si era fatto consegnare i soldi.
Solo quando la figlia era rientrata a casa l’uomo si era reso conto di essere stato truffato. Da qui la denuncia che oggi ha portato alla condanna del 37enne.